Alla fine cosa ti rimane

Alla fine cosa ti rimane.
Un mazzo di carte e nessuno con cui giocare.
Ogni carta un ricordo, ogni ricordo un dubbio.
Ero veramente io quel giorno, in quel posto e con lei?
Camminando per la città antica a caccia di un portone
mi domando se la mia ostinazione a non consultare una mappa
sia dovuta al tentativo inconscio di non trovare quella casa
o semplicemente è la voglia di allungare il tempo che manca
all’incontro con il passato.
Ci siamo conosciuti a Ceste Budejovice,
corretto
Io andavo verso Nord tu uscivi da qualcosa che sembrava un cimitero,
non sembrava un cimitero, lo era,
corretto
ti ho dato un passaggio fino al paese e non abbiamo detto una parola
corretto
poi prima di andarmene tu mi hai chiesto come mi chiamavo
e io ti ho chiesto come ti chiamavi
corretto
e poi sei venuta con me.
E poi sono venuta con te.
E prima di entrare in casa
davanti a quel portone
ci siamo baciati in due lingue diverse
capendo perfettamente cosa volevamo dirci.
Ora tu sei con tuo marito
che guarda le olimpiadi
io sono a caccia di un portone
come se un portone
fosse una DeLorean
capace di far ricominciare tutto daccapo.
Daccapo un cazzo,
si diventa cacciatori di ricordi
e una volta uccisa la preda
ci si accorge che è immangiabile.
Alla fine cosa ti rimane
Un mazzo di carte e nessuno con cui giocare.
G.P.

Photo by Guido Prussia

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