Libertà è la ragazza nell’ultimo banco, l’amore di quando andavo a scuola, quella che non mi ha mai notato fino a quando non ho tirato un pugno di rabbia contro il muro e mi ha chiesto se avevo voglia di uscire con lei.
Quella notte che abbiamo fatto l’amore lei fumandosi una sigaretta dopo avermi fatto godere mi ha detto che era solo una scopata.
“Non farti ingannare dall’illusione di poter possedere la libertà, mi concedo quando ne ho voglia e l’unica cosa che puoi possedere di me è il ricordo dei miei vestiti sul pavimento e del mio corpo sopra di te.”
Io la guardavo come si guarda una dea che si è tolta le ali per potersi sdraiare accanto a me e insieme guardavamo il soffitto cercando macchie di umidità che assomigliassero a costellazioni lontane.
La possedetti molte volte nella mia vita, sempre vedendola apparire inaspettata, io invecchiavo lei era sempre la stessa, cambiava solo il vestito e il modo di spogliarsi.
A volte indossava solo un cappotto e sotto nulla, quando faceva freddo veniva così vestita che era più il tempo che ci metteva a spogliarsi che quella passato ad amarsi, d’estate girava nuda per casa e adorava restare alla finestra facendo nodi alle tende per disegnare ombre sul letto.
Il ricordo più bello che ho di libertà è quando io restavo fuori a guardare il paesaggio e lei dentro preparava un caffè.
Sembravamo una famiglia, qualcosa che potesse non finire mai.
Improvvisamente scompariva lasciando il suo profumo sui cuscini e il cammino delle orme dei suoi piedi bagnati dalla doccia alla camera da letto.
Mi sono innamorato di Libertà ogni volta che l’ho vista e ogni volta ho sofferto nel vederla scomparire.
Ho cercato tutta la vita le parole giuste e le cose da fare per farla restare arrivando a capire che c’è solo un modo per farla tornare.
Farle credere che si è liberi anche senza Libertà, non darle l’impressione che sia necessaria ed amarla, nascondendo l’amore, amplificando la passione come se ogni volta fosse l’ultima, come se ogni sua carezza fosse il preludio alla fine.
Libertà si innamora di chi riesce ad amarla senza cedere al desiderio di possederla.
Vederla andare via senza chiamarla è il segreto per continuare a sperare che tornerà.
Vedo i miei figli non fermarsi mai, inseguono un sogno e lo devono sperimentare. Io li vedo realizzare un progetto, poi un altro ed un altro ancora…ancora non si sono accorti che ovunque si vada l’essere umano, di dentro, è sempre lo stesso e le situazioni si ripetono. Non so se questa è libertà, forse fermarsi ed assumere le proprie responsabilità davanti ad ogni piccolo evento della Vita, instaurare degli affetti duraturi…penso che forse questo sia meglio.