Un solo colpo di fulmine

Nella mia vita ho avuto un solo colpo di fulmine.
Lei entrò nel negozio di magliette che avevo in Ticinese.
La vidi e pensai che Lei era la donna che cercavo da sempre.
La cosa bella di queste improvvise illuminazioni sentimentali è che sono puro istinto.
Niente che abbia a che fare con la ragionevolezza.
Accade come quando si sente una canzone bellissima che ti fa bloccare qualsiasi cosa tu stia facendo e rimani li ad ascoltarla cercando di capire come fare a trovarne il titolo per poterla riascoltare ogni volta che vuoi.
Quando uscì dal negozio chiusi la saracinesca e la seguii fino a che non la vidi scomparire come per magia dietro l’angolo di un palazzo.
La sorte volle che ci rivedemmo, che lavorammo insieme, che insieme facessimo un viaggio bellissimo, e insieme andammo a vivere dall’altra parte del mondo.
E la sposai.
Non chiedetemi come andò a finire, perché in certe storie la fine non ha importanza, come certi libri che quando finisci di leggere l’ultima pagina sai con certezza che ciò che hai letto ti ha cambiato per sempre.
C’è la storia, non letta, ma vissuta.
Qualcosa di travolgente che ha tracciato un confine nuovo tra ciò che si sogna e ciò che si può avverare.
E quando oggi mi chiedono perché io sia solo la risposta è nella mia incapacità di accontentarmi dell’imitazione di un capolavoro.
Sbagliai, ma non ci sono ne rimorsi ne rimpianti.
Ero impreparato all’essere amato che è come non saper nuotare mentre si fa surf sulle onde dell’Oceano.
C’era la paura di cadere e la bellezza di cavalcare le onde.
Oggi di tutta quella storia rimane la riconoscenza per quella donna che mi ha aiutato ad affrontare le mie paure.
Forse non a vincerle, ma ad affrontarle.
La mia solitudine è la riconoscenza presente a quel tempo passato.
Una volta che il bambino impara a camminare non tornerà mai più ad affrontare le distanze che lo separano dalle cose che desidera gattonando.
Immagina cosa può accadere a un adulto che ha imparato a volare.

Rispondi