Testa o croce

Ti aspetti sempre che esca testa o croce.
Non hai fiducia e manchi di fantasia.
A me esce sempre l’indiano.
E non ci sono ne vinti ne vincitori.
Non avevo nulla da perdere, non ho nulla da vincere.
Sono come un ricercato che segue le tracce dei cercatori di taglie per averli sempre davanti ed evitare di essere sorpreso alle spalle.
Non so come convincerti ad avere fiducia di me, è una questione d’istinto, vederti dormire tranquilla di fianco a me è la gratificazione più grande, sentire nel tuo sguardo la paura del tradimento mi fa sentire colpevole di qualcosa che non ho fatto.
Ho diviso la mia vita in piccoli segmenti di tempo che vanno dall’alba al tramonto, ed ogni sera traccio una freccia sul muro.
Direzione verso il cielo, giornata bella.
Direzione verso il basso, giornata brutta.
Sono semplice, sono un “due più due” che fa quattro, non aspettarti sorprese, non saprei sorprenderti con cambi improvvisi di direzione.
Ho il difetto di amare le cose prevedibili.
Bagnarmi con la pioggia.
Asciugarmi sol sole.
Felice se sto bene.
Infelice se sto male.
Visto con sospetto da chi è felice solo quando soffre, visto con sospetto da chi cerca lo scontro per sentirsi vivo.
Se contassi tutte le volte che mi sono sentito perduto avrei lo stesso numero di tutte le volte che da qualche parte mi sono ritrovato.
Non ho più il coraggio di sfidare me stesso, benedetto il giorno che qualcuno smetterà di sfidarmi.
Seduto accanto al fuoco mi lascio incantare dalle scintille sparate verso l’alto dalla legna che brucia, ne seguo lo spegnersi e una volta spente ne seguo altre che si spegneranno.
Domani mattina anche il fuoco sarà spento.
Ma non sarà questo pensiero a farmi desistere dal caldo, dalla luce e dalle scintille che questa fiamma regala all’attimo presente.

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