Sfogo

Il problema delle parole è che sono date in pasto agli uomini.
Uomini che ne fanno un uso smodato e patetico con il solo scopo di alimentare il loro ego atrofizzato.
La parola non deve essere la freccia ma deve essere l’arco.
La freccia è l’intenzione. Il bersaglio ci mostra quanto e dove le nostre parole hanno colpito. Accendendo la radio o la televisione, leggendo i social, o tentando di leggere libri contemporanei, mi accorgo di come le parole siano usate con il solo scopo di fare marketing di se stessi o del prodotto di cui quelle parole fanno parte.
Chi legge dimentica troppo facilmente che non sono le parole a determinare chi le pronuncia ma i fatti che nessuna parola può confermare.
I fatti si confermano solo nella prova che siano effettivamente avvenuti.
E solo i testimoni oculari possono credere a ciò che hanno visto.
Nel momento in cui i fatti vengono raccontati subiscono il filtro dell’interpretazione e diventano non più credibili a meno che il raccontatore non abbia dato prove inequivocabili di possedere la virtù dell’onestà intellettuale.
In un paese che premia i paraculi l’onestà intellettuale è dote rarissima.
Per concludere un consiglio: non fatevi fottere da chi sa usare bene le parole.
Ogni scritto è come una casa che può apparire bellissima dal di fuori ma che entrandoci dentro può rivelare di essere solo una facciata di cartapesta che nasconde il nulla.

Virginia

“Ogni volta che succhio la penna mi tingo le labbra d’inchiostro.”
Scriveva Virginia Woolf il 29 Giugno del 1932.
Mi innamorerei di lei solo per questa riga del suo diario.
Fondamentalmente cerco emozioni semplici, corde senza nodi, strade dritte che puntano all’orizzonte e una donna con un talento verso una naturale sensualità capace di non farsi sputtanare dalla ricerca di una tecnica amorosa perfetta o da un passato fatto di delusioni.
Quanto è difficile spiegare qualcosa di semplice a chi cerca nelle complicazioni una ragione di vita.

L’emergenza di essere amata

Quando sei presa dall’emergenza di essere amata ti fai travolgere dai ricordi per ritrovare una prova dell’amore che hai ricevuto.
Cerchi in un baule quel vestito che ti ricorda giorni in cui eri desiderata e lo indossi per poi guardarti allo specchio e ritrovarti a cercare lo sguardo assente di chi se ne è andato.
E’ che a volte non capisci perché sia così difficile trovare qualcuno da amare.
Poi pensi che non avresti sposato nessuno dei mariti che hanno scelto le tue amiche e capisci che hai semplicemente ambizioni più grandi e che non hai mai mai imparato ad accontentarti.
Sei fedele ai tuoi ideali e dopo aver imparato a stare da sola non sei più disposta a regalare amore in cambio di compagnia.
Milioni di solitudini vanno a dormire chiedendosi in cosa sono sbagliate senza accorgersi di essere semplicemente troppo consapevoli di ciò che è vero per lasciarsi abbagliare dalle menzogne dell’amore.

Spoon River

Rimanemmo chiusi all’interno del cimitero di Lewistown alla ricerca delle tombe del Giudice Somers e dell’ubriacone Chase Henry.
Passammo la notte nel van mentre dal finestrino si vedeva una enorme quercia rossa illuminata dai lumini incredibilmente ancora accesi dopo una giornata di vento e pioggia.
Tu mi dicevi che era un miracolo io sostenevo la tesi di una di quelle botte di culo che permettono agli uomini di sopravvivere dopo un incidente.
Ti faceva ridere l’idea che un lumino funerario potesse avere una botta di culo, oltre al fatto che ci misi mezz’ora a tradurre “botta di culo” in un inglese che ti fosse comprensibile.
Dormimmo fino al giorno dopo senza mai avegliarci e come accade quando si dorme in viaggio quando mi svegliai rimasi per un attimo indeciso sul luogo in cui mi trovassi.
Poi mi girai e appoggiato in fondo al letto c’era il libro di Spoon River e ricordai.
Tu stavi già preparando il caffè
Jackson stava facendo la cacca ai piedi della quercia e un corvo si era venuto a posare sul ferro che teneva in piedi la statua di bronzo barcollante di un bambino che orgoglioso si guardava il suo guanto da baseball.
Il bambino riposava a poche decine di metri dalle ruote della nostra casa viaggiante.
Si chiamava Charlie e c’erano fiori freschi a ricordare che qualcuno lo ricordava.
C’era una nebbiolina leggera di quelle che si arrendono facilmente all’arrivo del sole, camminammo scalzi sull’erba bagnata, eri tu che dicevi che camminare scalzi sull’erba bagnata faceva bene e a me piaceva crederti, crederti sempre, sopratutto se le cose che dicevi erano incredibili.
Alle otto una signora che teneva un gatto nero in una borsa aprì il cancello, ci vide ma fece finta di non vederci.
Tu raccogliesti un sasso e dopo averlo portato a Charlie mi dicesti che eri pronta per andare.
Lasciammo Lewinston, prendemmo la Route 97.
Direzione Sud.
Anzi Nord.
A dire il vero non sapevo.
Bastava andare.

Luce piccola sostituisce luce grossa

Luce piccola sostituisce luce grossa.
Quasi buio tranne che attorno ai pensieri.
Se avessi l’opportunità di cambiarmi cambierei la voglia che ho di amare alzandone il volume fino ad assordarmi il cuore.
Assopito nella mia solitudine sono raggomitolato su me stesso scaldandomi il petto con le gambe.
Il mondo cambia e io non ci sto dietro.
Dalla Tv a bianco e nero al colore.
L’arrivo dei computer, i telefoni portatili, gli smartphone , internet e il trionfo delle relazioni virtuali.
E per finire il virus.
Cammino senza vedere bocche e nasi, sembri bellissima dagli occhi ma non saprei riconoscerti fuori dal ballo in maschera.
Non si vedono sorrisi e nemmeno smorfie, il dolore viene tenuto dietro il sipario della nostra incolumità, ci rimane la paura di morire a farci sentire più o meno vivi.
Ripenso a come era inconsapevolmente bello camminare senza paura tra gli aliti altrui.
La paura.
Un arma infallibile la paura.
Uccide senza uccidere, ferisce senza ferire, ti azzittisce col silenzio.
Cosa rimane di me?
A parte l’indecisione di credere se sia meglio salvarsi in un mondo di merda o lasciarsi soccombere prima di imparare a nuotare nella merda.
Ho la sensazione di essere un dente sul punto di essere devitalizzato con la scusa di essere salvato.
Devo trovare un sistema per resistere senza cedere alla tentazione di far parte di una resistenza ridicola e egocentrica.
Cerco compagni di viaggio per realizzare un pellegrinaggio nel luogo dove da sempre appara la Madonna degli Atei per rivelare la sua inesistenza, insieme possiamo formare un simbolico rosario che ci ricordi di celebrare un quotidiano “vaffanculo” da dedicare all’arroganza cinica del potere.
Siamo pellerossa pallidi circondati da gringos a caccia dell’oro, non c’è dubbio che perderemo la guerra, la nostra vendetta avverrà col tempo, quando ai devitalizzati verrà voglia di imparare cosa fosse la vita e non troveranno più nessuno che potrà insegnarglielo.

L’unica salvezza è la fuga

L’unica salvezza è la fuga.
Anche non sapendo bene da cosa debba fuggire ho la sensazione che l’umanità si stia fottendo il cervello.
Il passaggio dal mondo analogico al mondo digitale ha reso più facile l’addomesticamento di massa e il prossimo passo sarà un umanità fatta di servi.
Il potere temendo la forza rivoluzionaria di un popolo affamato ha deciso che il metodo migliore per renderci sudditi è creare nuove dipendenze tecnologiche che hanno il doppio scopo di controllarci e di accontentarci.
Avremo sempre più bisogno della tecnologia per conoscerci, per amarci, per odiarci, per ignorarci, diventeremo una massa di umani con connessioni interpersonali gestite da forze indipendenti dalla nostra volontà.
Non chiederemo più il pane ma supplicheremo per una connessione wi-fi, per un abbraccio virtuale o per poter condividere le nostre frustrazioni.
Stupidi genitori che stanno insegnando ai figli cosa significhi non sentirsi mai dire di no stanno creando una generazioni di piccoli idioti incapaci di resistere ad un rifiuto alzando la dipendenza psicologica dall’approvazione altrui.
Il mito dei like, delle visualizzazioni, dei followers costringe i più ambiziosi a modificare se stessi per adeguarsi ai gusti degli altri, si elimina l’improvvisazione e la sperimentazione in nome di un successo che deve essere immediatamente quantificabile attraverso l’approvazione di massa.
Fondamentalmente stanno creando un mondo di merda in cui gli influencer avranno il potere di farci credere che il prodotto migliore è quello che loro fanno finta di usare, i politici avranno il potere di farci credere che si può sostituire la libertà con il permesso di accedere alla rete e gli artisti saranno solo servi del potere che misureranno il loro talento in base a quanti stronzi avranno visualizzato le loro cagate “creative”.

Manifesto

L’unica salvezza è la fuga.Anche non sapendo bene da cosa debba fuggire ho la sensazione che l’umanità si stia fottendo il cervello.Il passaggio dal mondo analogico al mondo digitale ha reso più facile l’addomesticamento di massa e il prossimo passo sarà un umanità fatta di servi.Il potere temendo la forza rivoluzionaria di un popolo affamato ha deciso che il metodo migliore per renderci sudditi è creare nuove dipendenze tecnologiche che hanno il doppio scopo di controllarci e di accontentarci.Avremo sempre più bisogno della tecnologia per conoscerci, per amarci, per odiarci, per ignorarci, diventeremo una massa di umani con connessioni interpersonali gestite da forze indipendenti dalla nostra volontà.Non chiederemo più il pane ma supplicheremo per una connessione wi-fi, per un abbraccio virtuale o per poter condividere le nostre frustrazioni.Stupidi genitori che stanno insegnando ai figli cosa significhi non sentirsi mai dire di no stanno creando una generazioni di piccoli idioti incapaci di resistere ad un rifiuto alzando la dipendenza psicologica dall’approvazione altrui.Il mito dei like, delle visualizzazioni, dei followers costringe i più ambiziosi a modificare se stessi per adeguarsi ai gusti degli altri, si elimina l’improvvisazione e la sperimentazione in nome di un successo che deve essere immediatamente quantificabile attraverso l’approvazione di massa.Fondamentalmente stanno creando un mondo di merda in cui gli influencer avranno il potere di farci credere che il prodotto migliore è quello che loro fanno finta di usare, i politici avranno il potere di farci credere che si può sostituire la libertà con il permesso di accedere alla rete e gli artisti saranno solo servi del potere che misureranno il loro talento in base a quanti stronzi avranno visualizzato le loro cagate “creative”.