New Stanton,Pennsylvania

A parte il mal di testa e l’uovo del Mac Donald che sembra di plastica.
A parte la piscina coperta e le luci dei camion che mi entrano nella stanza, a parte il fatto che dovrei trovare un modo per lavare il cane che puzza di New York.
A parte che a mezzogiorno saprò se il van è in grado proseguire, a parte che c’è un aria fresca che sembra una mamma che ti dice di svegliarti.
A parte la doccia che o è troppo bollente o è troppo fredda, a parte il vicino di stanza che stanotte alle tre ascoltava una partita di basket, a parte i sogni che quando ti svegli non sai piu’ capire se erano loro i sogni o se il sogno è quello che ti appare quando apri gli occhi.
A parte gli anni che mi lasciano tracce sulla faccia e il muscolo del braccio sinistro che fa fatica a riprendersi dopo la cervico brachialgia, a parte il sapone che sembra pietra e lo shampoo che sembra….beh lasciamo perdere.
A parte che non vedo l’ora di rimettere il culo sul sedile e tornare a viaggiare, a parte il fatto che so benissimo che non trovero’ mai cio’ che sto cercando.
A parte tutto questo, compreso il fatto che sentir parlare d’amore mi procura reazioni cutanee, rimane il fatto che la strada è una promessa che viene sempre mantenuta.
Tu vai verso ovest e vedrai che prima o poi arriverai all’oceano.
Se mi chiedi cosa mi porta a fuggire la risposta piu’ sincera che posso darti è che cerco di farmi osservare solo da lontano.
Merito di una bambina che moltissimi anni fa in un motel in montagna mi disse che da lontano sembravo un bambino bello ma da vicino non gli piacevo piu’.

 

 

Davanti allo specchio

Davanti allo specchio.
Il corpo che mi contiene.
Un oggetto da trattare con cura.
Tagliarsi le unghie.
Lavarsi.
Tenerlo in movimento.
Vestirlo e svestirlo.
Metterlo a letto.
Nutrirlo.
A volte viziarlo.
A volte sgridarlo.
Come fosse una moto
per il motociclista,
gli sci per lo sciatore,
o la corda per l’alpinista.
Barattolo che forse contiene l’anima
e chissenefrega se perdi l’anima
mi preoccupa la fine del barattolo.
Ogni volta che mi addormento
lo dimentico aperto sul davanzale della cucina
e lo ritrovo la mattina dopo
svuotato come se fosse passato un orso
a leccarsi tutto il miele.

Truffa

La truffa è nell’invito a coprirsi.
Coprendo un corpo lo si trasforma in qualcosa di proibito.
Dove le assoluzioni sono un mestiere c’è bisogno di peccatori.
Il pudore è la regola piu’ facile da trasgredire.
Una manna dal cielo per preti e moralisti.
Nel caso dio esista ci scommetto l’anima che ci preferisce nudi.

Mi Piacerebbe

Mi piacerebbe spiarti quando stai per andare a dormire.
Vedere come ti svesti, cosa metti come pigiama, guardarti mentre ti strucchi e ti lavi i denti e dove metti lo spazzolino e poi prima che spegni la luce vedere i libri che hai sul comodino.
Mi piacerebbe essere una di quelle farfalle notturne affamate di luce ,volarti attorno, e scoprire che la distanza dal tuo piede ai tuoi capelli è quasi un viaggio intercontinentale che quando arrivo atterro sul cuscino perché mi devo riposare.
Mi piacerebbe vedere come apri gli occhi quando ti stai per svegliare, camminare sul confine tra quello che stai finendo di sognare e quello che stai cominciando a pensare, disegnare l’orma del cuscino sulla tua guancia e camminare con le dita sulla pancia fino a sentirti dire che non mi devo fermare.
Mi piacerebbe che tutto quello che dicono nelle canzoni fosse vero, e che i film quando finiscono bene finissero per sempre davvero senza porsi il problema del futuro, mi piacerebbe avere il mantello di Batman per stringerti tra le braccia e farti sentire al sicuro mi piacerebbe saper volare per portarti a fare un giro sul circolo polare durante un aurora boreale.
Mi piacerebbe essere un uomo che non si abitua mai, o che tu abbia mille odori per sentirne ogni volta uno nuovo, mi piacerebbe trovare il posto piu’ bello del mondo e farlo diventare il nostro ritrovo, mi piacerebbe che l’infinito finisse li e tu fossi la e io fossi qui.

Guido Prussia
Photo by Guido Prussia

Plus

Facciamo un gioco.
Vediamo chi arriva piu’ lontano .
Ognuno sceglie il suo sasso.
Tu fai caso a dove fa pluf.
Ma tu sei un maschio.
Hai ragione. Allora io faccio tre passi indietro.
Tu stai sulla riva. Io vado vicino allo scoglio.
Chi tira per primo?
Prima le bambine.
No prima te.
Va bene.
Prendo un po di rincorsa e tiro.
Pluf.
Ora tocca a te.
Prende la rincorsa e tira la sua pietra che supera la mia di qualche metro.
Ho vinto io.
Domani mi dai la rivincita?
Domani pero’. Oggi ho vinto io.
Andiamo a prenderci un gelato.
Avevo sette anni e lei anche.
Lei era Daniela e io Guido.
Io ero innamorato di lei.
Mi sembro’ naturale non metterci tutta la forza nel lanciare il mio sasso
avevo voglia di vederla felice.
L’amore è una cosa semplice
un gioco da bambini
dove non si vince nulla
gli adulti lo rovinano
mettendo in palio se stessi.

Ci sono momenti

Ci sono momenti in cui vorresti aprire la finestra e trovandoti sul tetto del mondo raccoglieresti tutto il fiato per urlare:
ANDATE TUTTI A FARE IN CULO!
Non è che ci sia un motivo particolare.
E’ solo che sei sul tetto del mondo e vedi una massa di formiche sbattersi per qualche cosa che non capisci e hai il terrore che qualcuno si accorga di te e ti dica:
Tu che cazzo fai li, vieni giu’ a sbatterti anche tu.
Ho il terrore di ritrovarmi con le ascelle di uno sconosciuto troppo vicine al mio naso, non ho nessuna intenzione di sedermi vicino a qualcuno che ha una voglia irrefrenabile di raccontarmi i cazzi suoi e tantomeno ho il desiderio di essere osservato e giudicato da una massa grigia di imbecilli che hanno regalato la loro vita all’abitudine e parlano come fossero esploratori della noia.
Non mi interessa di essere la parte giusta al posto giusto di un ingranaggio perfetto, voglio essere il chiodo sulla strada, l’animale che vi attraversa improvvisamente la strada, lo scroscio di pioggia che vi fa sbandare o se preferite il nulla.
Quel nulla di cui non sapete nulla.
Ho nostalgia delle tribu’, piccole comunità inconsapevoli del concetto di massa, una raccolta di individualità in cui ognuno si faceva i cazzi suoi, e i cazzi suoi erano utili a tutti.
Il contrario di oggi, dove la tribu’ è stata sostituita da una massa di individui in cui ognuno si fa i cazzi degli altri e i cazzi degli altri non sono utili a nessuno.
Viva la pioggia.

Convergenze Misteriose

Esistono convergenze misteriose che portano pensieri comuni ad incontrarsi.
Accade che riesca a trovare filosofi che rispecchiano le mie certezze, e il leggerli è salutare come lo è accorgersi di non essere soli.
Due fra tutti: Cioran e Popper.
Il primo è rumeno ma visse a lungo a Parigi dove è morto nel 1995.
In questi giorni sto leggendo, edito da Adelphi, La caduta nel tempo.
Il secondo nasce a Vienna nel 1902, muore nel 1994, ma le sue idee rappresentano lo sviluppo piu’ importante nella filosofia del xx secolo.
Ad unirli è una visone realistica dell’esistenza umana.
Ed è inevitabile che una visione realistica venga percepita dalla massa come visone pessimistica.
I due scrittori sono “coraggiosi”, evitano ogni romanticismo, non si lasciano tentare dalle ideologie, sono lucidi e nella lucidità sono veri.
Tutto il contrario di quel filosofo idealista chiamato Marx, filosofo fannullone, incapace di interpretare la realtà degli uomini, ma tentato dal serpente dell’ideologia, dalla voglia di sovrastimare il genere umano per puntellare le sue idee impossibili e ipocrite.
Caro Marx hai fornito un alibi perfetto a mucchi di criminali, e questo perchè ogni criminale ha bisogno di un alibi ideologico per giustificare le sue nefandezze di fronte a se stesso e al mondo.
E come tutti i profeti di ideologie impossibili, Marx è un vigliacco, incapace di guardare la vera natura umana negli occhi, incapace di percepire l’incapacità dell’essere umano di solidalizzare con i suoi simili.
A questo punto il discorso andrebbe approfondito ed io non he ne ho ne la voglia ne la capacità intellettuale.
Io mi affido alle sensazioni superficiali, ai pruriti, ai rossori della pelle, al pallore o all’abbronzatura.
Non ho il dono di dare diagnosi esatte ai vari segnali “profondi”, quindi li ignoro.
E per questo trionfa il cinismo.
Al cinico non gliene frega nulla delle scenografie, di cio’ che sta dietro, delle motivazioni, al cinico interessa il risultato, la fotografia dell’attimo, la descrizione della realtà, cosi’ com’è.
Scrisse Cioran:
Un tempo, davanti a un morto, mi chiedevo: “A che gli é servito nascere?”. Ora mi faccio la stessa domanda davanti a ogni vivo.
Scrisse Popper:
Somigliamo a un uomo scuro che cerchi in una stanza buia un cappello nero che forse non c’è.
E io rimango affascinato da questa visione minimalista dell’essere umano, cosi’ come rimango affascinato dal coraggio della formica che sale sulla mia gamba e procede verso l’alto incurante del fatto che sta scalando un gigante.
Gli inventori o i fruitori di ideologie sono invece i paurosi, che cercano con l’inganno di trasformare la formica in gigante e viceversa.
Sono quelli che danno all’uomo obiettivi massimalisti, quelli che giudicano ogni azione con la miopia indotta da una fede ignorante in qualcosa di superiore.
Sono quelli che sono contro la guerra senza saper distinguere i vari tipi di guerra.
Sono quelli che sono per la pace, fino a che nessuno osi mettere in discussione i loro privilegi.
Sono quelli che parlano dei poveri da ricchi, e parlano dei ricchi recitando da poveri.
Sono i vigliacchi che marciano in massa, che ballano attorno ai tamburi da Perugia ad Assisi, sono i razzisti che dall’alto delle loro ideologie buoniste guardano lo scettico che non crede alla pace a tutti i costi.
Ok.
Ci siamo capiti.
Tutto questo per dire che a volte i simili si cercano, e alla fine a volte si incontrano, ed io fortunamente ho incontrato Cioran e Popper.
Mi sarebbe piaciuto prendere una birra insieme a loro .