A me piace viaggiare di notte.
Con Willie Nelson che suona alla radio.
E mi piace non sapere dove vado.
Mi serve per dare uno spazio percorribile al tempo.
Mi serve per dare un tempo da vivere allo spazio.
Scollinando verso Ovest passo accanto a una linea continua di lampioni che stampano sul parabrezza strisce di luce infiltrate da macchie scure che altro non sono che cadaveri di moscerini schiantati contro il vetro.
Sono solo di quella solitudine inspiegabilmente cercata che regala l’eccitazione idiota dell’ultimo desiderio realizzato prima di morire.
Gli umani mi passano accanto come fantasmi che rincorrono i loro lenzuoli nel tentativo disperato di farsi notare.
Quando Willie smette di cantare mi basta farlo ripartire da capo per fottere al tempo tre minuti da vivere due volte.