Nei dintorni di Sturgis

Nei dintorni di Sturgis mi trovai di fronte al passato e al presente separati dal muro di un garage.
A sinistra ci si prende cura del cavallo, a destra si fa la manutenzione della moto.
Ero a metà strada tra Chicago e Los Angeles, era il 1998, si viaggiava con le mappe di carta e con il piacevole timore di perdersi.
Cercavo qualcosa che qualsiasi superficiale avrebbe definito “me stesso” ma che io avvertivo come tutto all’infuori di me.
Non avevo bisogno di cercarmi, forse di perdermi, ma più di ogni altra cosa il viaggio era semplicemente il bisogno di capire che la mia casa fosse “altrove” da dove era sempre stata.
Che fosse la voglia di sentirsi cittadino di una terra straniera, o straniero nella propria patria poco cambiava, volevo sentirmi libero da ogni appartenenza.
Come un cavallo che può diventare moto o una moto che può trasformarsi in cavallo quel che conta non era il mezzo ma avere una strada o un terreno su cui correre senza doversi guardare indietro.

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