Il tempo ci divide

Il tempo ci divide.
Divide quello che siamo da quello che eravamo.
Ha allontanato me adulto da me bambino.
Lasciandomi incapace di gestire un eredità scomoda di paure e sofferenze.
Poi un giorno mi sono fermato.
Ho guardato nell’angolo della stanza e l’ho visto.
Un bambino impaurito rannicchiato contro il muro con lo sguardo impaurito.
Mi guardava.
Mi sono avvicinato e ho allungato una mano.
Lui ha afferrato la mia mano grande con la sua mano piccina.
Gli ho detto: “Guido non avere paura. Ora ci sono io a proteggerti.”
Ho visto una lacrima infinita solcargli una guancia. Poi si è tirato su e si è lasciato abbracciare.
Ci siamo abbracciati.
Io ero lui, e lui sarò io.
Il passato che si affidava al futuro.
Il futuro che metteva una medaglia da combattente al petto del passato.
E da allora camminiamo insieme.
Un vecchio e un bambino, uniti dai ricordi di una vita condivisa.
E la guerra è finita.
Da allora abitiamo in una casa dove ci sono libri e fumetti, chitarre e giocattoli, cose di oggi e cose di ieri.
A volte ci guardiamo negli occhi.
Grazie Guido per essermi venuto a prendere.
Grazie Guido per avermi aspettato.
Io grande e io piccolo.
Insieme giochiamo ogni giorno al gioco della vita sapendo che non ci lasceremo mai più.
E il destino è tornato ad essere condiviso come le guerre vinte e le guerre perdute.
Il tempo non ci dividerà mai più.

Tu che ne sai

Tu che ne sai? Tu che ti sei sempre accontentato.
Che ne sai dell’aspettare. Che ne sai della solitudine.
Hai preso barche senza sapere dove ti portassero per la sola paura di dover aspettare quella giusta.
Non ha senso che ti lamenti. Non ha senso che ti getti in pasto ai rimpianti.
Ti vedevo ridere quando salivi a bordo e mi vedevi sulla banchina con il mio zaino, mi hai deriso mentre ti allontanavi verso il mare aperto guardandomi diventare un piccolo puntino nero isolato sul grigio cemento.
Cosa aspetti a fare? Mi dicevi.
Tanto tutte le navi sono uguali. E chissenefrega dove vanno, basta andare.
No, non basta andare.
Io voglio andare su quell’isola e voglio raggiungere solo quella.
Non la troverai mai. Mi dicevi.
Forse hai ragione, ti rispondevo.
Ma non potrai mai sapere cosa significa aspettare quella giusta, tra aspettative e delusioni c’è lo spazio rassicurante della speranza.
E quando arriverà la barca giusta semplicemente mi imbarcherò con la certezza di godermi il viaggio come gode chiunque abbia imparato che in mare aperto ogni orizzonte si assomiglia e a fare la differenza è chi ti aspetta al porto d’arrivo.