Mi sono perso

Mi sono perso.
Ma non per strade sconosciute.
Mi sono perso dentro dove pensavo di conoscermi meglio.
Mi sono perso e mi perdo ancora nella ricerca di spiegazioni che non esistono.
Mi perdo nel cercarmi, mi perdo quando voglio sperare che nessuno mi trovi, mi perdo negli occhi che non mi hanno guardato, nelle braccia che non mi hanno mai abbracciato e negli sguardi che non mi hanno mai visto.
Mi perdo nei dubbi, sbaglio strada volontariamente per non essere costretto ad arrivare, cerco i luoghi che nessuna mappa conosce per sentirmi privo di punti di riferimento, voglio poter pensare che qualche luogo non è stato ancora scoperto e in quel luogo forse troverò quello che cerco.
Mi perdo perché da sempre coltivo il dubbio tra chi dice di avere certezze, cerco le lacrime di gioia, cerco il silenzio che non ti fa dormire, cerco l’assoluto nel relativo.
Voglio smarrirmi come fossi un cane che insegue nel bosco l’odore di una preda e corre, corre, corre perdendo di vista i suoi padroni fino a ritrovarsi di fronte a se stesso e alla sua fame ritrovando la sua anima selvatica che ogni maledetta ciotola quotidiana aveva addomesticato.

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