Divano e cuffie

Divano e cuffie.
Johnny Cash canta Hurt.
Poi magari mi riguardo i Goonies.
Sul comodino del letto ho un libro di Steinbeck e uno di Henry Miller.
Non ho mai il tempo di pensare alle cazzate su cui non ho nessun potere decisionale.
Ho abbastanza empatia per non farmi scivolare addosso la sofferenza altrui immaginando come sarebbe la vita se fossi io a dover sopportare quella sofferenza.
Ho della vita la stessa considerazione che il ragno ha della sua ragnatela e osservo con orrore tutti gli umani ossessionati dall’ordine che girano nevrotici con delle scope cercando di ripulire gli angoli nascosti.
Non credo a nulla che non sia capace di esprimere sensibilità, non mi lascio trascinare dalle correnti conoscendone l’indole incerta sul percorso da intraprendere.
Sono stupefatto dalla bellezza elegante e svestita degli animali al confronto con la bruttezza e la goffaggine di umani che girano firmati.
Nessun lupo giudicherà un altro lupo per la macchina che guida, nessuna aquila giudicherà un altra aquila per il brillante che indossa.
In tempi contemporanei dove l’identità di genere può finalmente essere decisa liberamente dall’individuo io decido di avere un identità animalesca e selvatica.
Sperando che la legge me lo consenta.

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