Avevo un amico che passava il confine

Avevo un amico che passava il confine solo per uccidere più messicani che poteva.
Li odiava dal giorno in cui i messicani gli uccisero la moglie e i figli.
Un giorno di fronte a una bottiglia di acqua gasata mi disse che ne aveva fatti fuori almeno 700 e non si sentiva ancora soddisfatto.
Gli chiesi se tra quei 700 ci fossero stati anche gli assassini della sua famiglia.
Mi disse che non lo sapeva, ma la cosa non aveva importanza.
Erano messicani.
Poi divertendosi a sorseggiare bollicine mi si avvicinò e mi disse:
“Molti pensano che la vendetta sia una cosa ingiusta. Fidati di me, chi lo dice non è mai stato toccato nelle cose che ama di più. Se lo fosse stato avrebbe imparato che la vendetta è l’unica medicina che elimina il dolore della rabbia. Non guarisce, ma mi permette di andare avanti senza sentire il peso di quella catena che mi lega all’attimo in cui entrando nella tenda vidi i corpi dilaniati delle persone che amavo di più al mondo.”
Gli dissi che non tutti i messicani erano colpevoli di ciò che aveva fatto una banda di pochi messicani.
Mi afferrò il pizzetto e me lo tirò verso il basso facendomi male, mise la sua bocca a due centimetri dal mio naso e mi disse:
“Se un lupo mangiasse tua figlia e tu ne trovassi i resti dove la sera prima gli hai augurato la buonanotte tu, uomo moderno e civilizzato, saresti condannato per tutta la vita ad odiare ogni lupo che incontri e a desiderarne la morte.
E lo stesso fa il lupo quando trova i suoi cuccioli uccisi da un uomo.
Passerà tutta la vita a cacciare quelli come noi, trovando pace solo nel sapore del nostro sangue tra le sue fauci.
Solo che… solo che mi auguro tu non possa mai capire quanta ragione ho nel dirti quel che ti dico.”
Ordinammo un altra bottiglia di acqua minerale e ci fumammo del tabacco fino al momento dell’alba.
Io feci per andare verso la mia casa con gli spigoli lui fece per andare verso la sua casa rotonda ma si girò di scatto e mi chiese:
“Hai voglia di venire con me a caccia di messicani?”
Ci pensai un attimo e poi, non chiedetemi perché, gli dissi di sì.
E credetemi, non me ne sono mai pentito.

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