Motorino Rosso

Motorino rosso con candela sporca si è fermato a un chilometro dal paese.
Tocca spingere.E se la ride.
Maledetta candela.
Un po se lo immaginava, ma non l’aveva fatta pulire perché l’avrebbe fatto domani.
Figurati se si ingolfava proprio oggi.
E si ingolfo’.
Le macchine lo superano, e chi guida lancia un occhiata veloce, alcuni sorridono, altri fanno una smorfia di “mi dispiace”, Silvia che passa seduta dietro sulla macchina di suo padre fa appena in tempo a mandare un bacio e col dito spiegare che ci si vede dopo.
Spinge.
Tanto tra poco comincia la discesa e allora sai che godere, andare con la frizione tirata fino dal meccanico con la moto che corre senza fare il minimo rumore, come una bicicletta che per qualche chilometro si crede di essere chissà cosa.
E poi devo decidere cosa fare per stupirla.
Potrei scriverle una canzone o dedicarle una poesia.Meglio la canzone, la poesia è un po da coglioni.
Poi gliela registro su una cassetta e ci scrivo su una dedica. Questo nel lato A.
Nel lato B ci metto le canzoni che io amo di piu’.
O forse ci registro le canzoni che ama lei.
Ma che canzoni ama lei?
Domani prendo la sua amica da parte e me lo faccio dire.
Passa accanto a un campo, saluta le mucche che lo guardano perplesse.
Ecco la discesa.
Salta su al volo, molla il freno, e vola giu’ per la strada che porta al paese.
Piu’ hai spinto in salita piu’ si gode a scendere.
Questo ha insegnato una candela sporca piu’ di quanto non abbia saputo fare suo padre.
Il rischio è frenare all’ultimo per questo frena all’ultimo.
Sfreccia di fronte al bar silenzioso come un lampo che si è dimenticato il tuono.
Stasera dicono che pioverà, quanto vorrei avere una macchina.
Deve essere bellissimo baciarla in macchina mentre fuori piove.

G.P.
Photo di Guido Prussia — con Silvia Ventura

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