Se io vivessi laggiu’ avrei prima di tutto la certezza di vivere e poi avrei un posto dove dirti di venire.
Ti offrirei una vista sul mare e vento tutto l’anno.
Potresti bagnarti di pioggia e asciugarti di sole, afferrare la neve e lasciarti sfuggire pugni di sabbia.
Mangeresti nel patio con l’odore del legno antico e ti direi di non alzarti, vado io a prendere il pane.
Quando mi chiederai perchè me ne sono andato, io potrei spiegarti che qualsiasi catena ha il desiderio nascosto di essere spezzata.
Il tuo sorriso basterà a spiegare che hai capito.
Finito di mangiare ti porterei a vedere lo scheletro di strane creature che la corrente ha abbandonato sulla spiaggia e tu mi dirai che assomigliano al ricordo di certe ferite che il tempo ha consumato ma mai dissolto.
Ti siederai sulla sabbia e dirai che vuoi vedere se la prossima onda andrà più lontano di tutte le altre.
Io ti chiederò “perchè?”
Tu mi risponderai che da piccola sognavi di essere la migliore almeno in qualcosa.
E guardandoti vedro’ i tuoi occhi lucidi come la battigia un attimo dopo che il mare si è ritirato.