Un cielo di stelle che illumina una casa senza tetto non ripara dal freddo e nonostante l’indubbia bellezza dello spettacolo l’uomo sogna una casa normale.
E raccogliendosi sotto due coperte tiene l’occhio di vetro al riparo e l’occhio buono puntato verso la luna.
Ripensando al casino incontrato in città cerca di spiegarsi quella sensazione di estraneità agli umani.
Si sentiva come una tartaruga finita all’interno di un branco di tonni indifferenti.
Se non fosse che deve comperare ogni settimana quel poco di cibo che gli serve a sopravvivere eviterebbe di andare in città.
Passando il resto della sua vita a rileggere il solito libro, sapendo perfettamente che la memoria gli concede il lusso di dimenticarsi sempre di come va a finire la storia.
Guido Prussia