Ogni volta che cerco di superare il filo spinato quello mi si aggancia al colletto e mi tira indietro proprio mentre sto pregustando la missione compiuta.
Mi sgancio ed entro nel recinto per vedere i cavalli da vicino.
Mi avvicino di cespuglio in cespuglio fino ad essere distante una manica di camicia dal suo collo.
Un vapore bianco come il latte gli esce dalle narici, come fossero fumaioli di una locomotiva a vapore pronta ad attraversare la prateria.
Il mantello del cavallo ha la consistenza dei sogni, accarezzarlo è come precipitare in un avventura.
Mi piace far scorrere il dito dalla fronte fino alle narici assecondando i dossi del suo muso.
Non vedo l’ora di diventare grande ed avere un cavallo tutto mio.
Lo chiamerò Dakota.
Dakota mi porterà dovunque sebbene non abbia ancora ben capito dove sia dovunque.
Ora torno.
E’ importante non farsi beccare quando si compiono certe missioni.
Voi non ditelo a nessuno che mi avete visto dentro il recinto, anzi nel caso ve lo chiedano dite sempre che mi avete visto giù al fiume che pescavo.
E io non diro’ a nessuno che voi, tutti voi, nonostante a guardarvi sembri impossibile, siete stati bambini come me.