Se volando attorno alla terra ti accorgessi di quella trottola che gira sul tetto dell’universo cosa faresti?
Avvicineresti il dito per anticiparne la caduta o te ne staresti li a contare i secondi che mancano alla fine?
Tu, tu, tu sei incline a credere che l’amore possa dare un senso. Per questo giri con un cartello appeso al collo sul quale è scritto:
Amatemi.
In cambio vi donerò la mia convinzione di essere diverso da tutti gli altri.
Notate il sorriso ironico, la camicia aperta sul petto, i mocassini e i jeans stirati?
Notate l’abbronzatura, intravedete il lavoro che mi permetterà di darvi un po’ di tranquillità?
Non chiedetemi di scrivervi una poesia chiedetemi di intestarvi una casa.
La cosa piu’ divertente del vivere è scoprirne le regole.
Non vi dico nulla.
Divertitevi.
Portate in giro i vostri ideali al guinzaglio, non dimenticatevi l’antipulci, e se sporcano per strada abbiate la decenza di pulire.
Quello che mi piaceva di lei è che mi faceva pensare che fosse tutto vero.
Vero il fortino, veri i soldatini, vero l’attacco e vera la difesa.
E quando qualcuno cadeva colpito lo si raccoglieva con lo sguardo adatto alla gravità della situazione, e se avessi saputo suonare il silenzio con la tromba lo avrei fatto.
In piedi con la mano destra portata rapidamente e rigidamente alla fronte.
Non si scherza con la morte, nemmeno se è per finta.
Un giorno mi chiese di dirle qualcosa che lei non sapeva e io le dissi che nell’angolo della stanza apparve una luce blu che illuminava tutto l’ambiente, era sospesa a mezza altezza e fluttuava come in preda a un vento imprigionato in quattro mura.
Giura.
Giuro.
Mi abbraccio’ e appoggio’ la sua testa sul mio petto, le accarezzai i capelli e li annusai, li annusai fino a scoprire che non è vero che gli odori dopo un po spariscono.
Lo sento ancora. Quell’odore di grano. E non lo dimenticherò mai.
Non ci vuole molto ad essere indimenticabili.
Basta passare un giorno senza dire una coglionata.
Un giorno solo.
Andare in giro per la città, guardare le vetrine, mangiare insieme, fare la spesa e fare l’amore e accorgersi prima di spegnere la luce che non hai detto nemmeno una coglionata e guardarti come se fossi un miracolo.
Sei un miracolo.
Saresti un miracolo.
Ti ricordi quando faticavi come un cane per arrivare in cima alla salita a piedi, ci mettevi piu’ di mezz’ora e poi con la bicicletta venivi giu’ senza frenare e ci mettevi 35 secondi ad arrivare a tre centimetri dal muro.
Schiacciavi il freno anteriore si abbassavano le forcelle e derapavi lasciando che la ruota posteriore si appoggiasse al cemento.
Li hai conquistati cosi’.
Senza dire nemmeno una parola.
E Lei non sapeva che lo facevi solo per Lei.
Giro con un plettro in tasca nel caso qualcuno abbia una chitarra.
Giro con una penna nel caso mi venga voglia davanti a un foglio di carta.
Ma la cosa fondamentale è che giro.
Come le pale di un mulino a vento pompando acqua con il quale nutro tutti i fiori del tuo giardino.
Ti meravigli di come possano non appassire nonostante non piova da una vita, e non ti accorgi che sdraiato in mezzo ai girasoli spunta il mio cappello nero.
Nascondersi non è mai una scelta. Cercare è la scelta.
Mi lasci il tuo sguardo stupito prima di rientrare in casa.
Il mio sguardo si perde nello sguardo del falco che cerca un topo.
Sai.
Sai a volte ti fai domande solo per darti risposte.
E le risposte sono quelle di cui hai bisogno.
E cio’ di cui hai bisogno è di credere che ci sia sempre una ragione.
E la ragione è il serpente che mangia il topo un attimo prima che lo faccia il falco.
Ma la campagna è piena di topi, nessuna picchiata è inutile.
La vita è un continuo allenamento, di inutile c’è solo la rinuncia a vivere.