Esistono convergenze misteriose che portano pensieri comuni ad incontrarsi.
Accade che riesca a trovare filosofi che rispecchiano le mie certezze, e il leggerli è salutare come lo è accorgersi di non essere soli.
Due fra tutti: Cioran e Popper.
Il primo è rumeno ma visse a lungo a Parigi dove è morto nel 1995.
In questi giorni sto leggendo, edito da Adelphi, La caduta nel tempo.
Il secondo nasce a Vienna nel 1902, muore nel 1994, ma le sue idee rappresentano lo sviluppo piu’ importante nella filosofia del xx secolo.
Ad unirli è una visone realistica dell’esistenza umana.
Ed è inevitabile che una visione realistica venga percepita dalla massa come visione pessimista.
I due scrittori sono “coraggiosi”, evitano ogni romanticismo, non si lasciano tentare dalle ideologie, sono lucidi e nella lucidità sono veri.
Tutto il contrario di quel filosofo idealista chiamato marx, filosofo vigliacco, incapace di interpretare la realtà degli uomini, ma tentato dal serpente dell’ideologia, dalla voglia di sovrastimare il genere umano per puntellare le sue idee impossibili e ipocrite.
Caro marx hai forniti un alibi perfetto a mucchi di criminali, e questo perchè ogni criminale ha bisogno di un alibi ideologico per giustificare le sue nefandezze di fronte a se stesso e al mondo.
E come tutti i profeti di ideologie impossibili, marx è un vigliacco, incapace di guardare la vera natura umana negli occhi, incapace di percepire la difficoltà dell’essere umano nell’essere solidale con i suoi simili.
A questo punto il discorso andrebbe approfondito ed io non he ne voglia ne la capacità intellettuale.
Io mi affido alle sensazioni superficiali, ai pruriti, ai rossori della pelle, al pallore o all’abbronzatura.
Non ho il dono di dare diagnosi esatte ai vari segnali “profondi”, quindi li ignoro.
E per questo trionfa il cinismo.
Al cinico non gliene frega nulla delle scenografie, di cio’ che sta dietro, delle motivazioni, al cinico interessa il risultato, la fotografia dell’attimo, la descrizione della realtà, cosi’ com’è.
Scrisse Cioran:
Un tempo, davanti a un morto, mi chiedevo: “A che gli é servito nascere?”. Ora mi faccio la stessa domanda davanti a ogni vivo.
Scrisse Popper:
Somigliamo a un uomo scuro che cerchi in una stanza buia un cappello nero che forse non c’è.
E io rimango affascinato da questa visione minimalista dell’essere umano, cosi’ come rimango affascinato dal coraggio della formica che sale sulla mia gamba e procede verso l’alto incurante del fatto che sta scalando un gigante.
Gli inventori o i fruitori di ideologie sono invece i vigliacchi, i paurosi, che cercano con l’inganno di trasformare la formica in gigante e viceversa.
Sono quelli che danno all’uomo obiettivi massimalisti, quelli che giudicano ogni azione con la miopia indotta da una fede ignorante in qualcosa di superiore.
Sono quelli che sono contro la guerra senza saper distinguere i vari tipi di guerra.
Sono quelli che sono per la pace, fino a che nessuno osi mettere in discussione i loro privilegi.
Sono quelli che parlano dei poveri da ricchi, e parlano dei ricchi recitando da poveri.
Sono i vigliacchi che marciano in massa, che ballano attorno ai tamburi da Perugia ad Assisi, sono i razzisti che dall’alto delle loro ideologie buoniste guardano lo scettico che non crede alla pace a tutti i costi.
Ok.
Ci siamo capiti.
Tutto questo per dire che a volte i simili si cercano, e alla fine a volte si incontrano, ed io fortunamente ho incontrato Cioran e Popper.
Mi sarebbe piaciuto prendere una birra insieme a loro .