Faccio fatica a scrivere

Faccio fatica a scrivere,
Come se non ci fosse più niente da dire.
Mi sveglio con una gatta sul letto e mi addormento dando la buonanotte a due cani.
Gli umani mi interessano sempre meno, le uniche avventure che vivo riguardano camminate sul solito sentiero verso la solita collina.
C’è una mancanza di emozioni che mi porta a godere del nulla.
L’amore è una partita di tennis giocata contro un muro, rimane solo la voglia di tornare a viaggiare con i miei animali per svegliarmi ogni giorno in un posto diverso per avere la certezza di non avere legami.
Non credo più a nulla e mi sento libero di giocare col tempo che mi rimane come un gatto gioca col gomitolo per il solo gusto di disfarlo e vederlo sparso sul pavimento.
E quando sarà tutto srotolato sarò cosi’ stufo di giocare che non mi costerà nulla andarmene a riposare.

Il tempo ci cambia

Il tempo ci cambia fuori ma non si azzarda a cambiarci l’anima.
Può nevicare e diventeremo bianchi, la neve si scioglierà e diverremo fango, arriverà la primavera e fioriremo in attesa dell’estate che ci vedrà risplendere prima che l’autunno ci spogli lasciandoci nudi.
Possiamo scappare ignorando le stagioni ma non riusciremo mai a fuggire da ciò che siamo.
Siamo tutti un orizzonte da cui è impossibile spostare montagne, alberi e strade.
Non mi resta che accettare il tempo che passa lasciandogli lillusione che possa nascondermi a me stesso.
Ho imparato chi sono e sotto la neve, sotto le foglie, sotto il sole troverò sempre la mia anima.
Come quando da bambino mia madre cambiava lenzuole e coperte al mio letto senza riuscire a cambiare i miei sogni.

In un tempo

In un tempo dove trionfano gli idioti non resta che ritirarsi dal gioco per mancanza di talento.
Anche allenandomi tutti i giorni non riuscirei a raggiungere quei livelli di coglionaggine che mi servirebbero a sentirmi competitivo nella sfida del successo.
Molto meglio rallegrarmi dei limiti della mia stupidità e fare da spettatore in questa campionato di coglionate.
Non sono interessato al gossip, mi lasciano indifferenti i privè, non conosco le tendenze della moda e ho una lingua che ama leccare parti intime diverse dal culo.
Chiuso nella mia casetta godo dell’accettazione della fugacità dell’esistenza circondandomi di libri e musica consapevole che ci sono momenti in cui un dignitoso ritiro vale più di una vittoria nella sfida a chi è più imbecille.

Ci siamo persi

Ci siamo persi mille volte.
Io e il mio amico clown.
Ci siamo persi per ritrovarci.
Ci siamo persi per il desiderio di non avere destinazioni.
Ci siamo persi per trovare luoghi sconosciuti.
La passione di perdersi ci ha accompagnato per tutta la vita allenandoci al dolore della solitudine e alla gioia dell’esser soli.
Ci siamo persi perchè solo perdendoti scopri che chi ti ama farà di tutto per ritrovarti e chi non ti ama non si accorgerà nemmeno di averti perduto.

Fondamentalmente

Fondamentalmente stai cercando di essere accettato nel circolo degli umani.E ti conformi alle regole del club.Pensi di essere nel giusto se sei accettato.Sbatti nel cesso la tua unicità per conformarti alle regole.Quello che sei lascia il posto a quello che gli altri vogliono che tu sia.Verrai amato per il profumo che indossi senza mai provare l’ebbrezza di essere desiderato per l’odore della tua pelle.Funziona così.A meno che tu un giorno non decida di smascherarti, di svelare il trucco e riuscendo a guardarti negli occhi senza uno specchio scopri che la vita ha un senso solo se vissuta fuori dal palcoscenico, mandando a fare in culo il regista e il drammaturgo.Decidendo che puoi vivere senza un copione, improvvisando in ogni istante la parte più difficile, quella in cui decidi di interpretare ciò che sei.

Nessuno sa più cercarsi

Nessuno sa più cercarsi.Cercarsi fa paura perchè cercarsi è mostrare la necessità che si ha uno dell’altra.Cercarsi presuppone il rischio di non trovarsi, ci vuole il coraggio dell’ignoto e la consapevolezza di poter aver perduto qualcosa per sempre.Oggi nessuno si cerca, tutti si aspettano a caso, come se fosse possibile sostituire ciò che desideri con ciò che incontri, ciò che sogni con ciò che vivi.

Tu sei morto

Tu sei morto, sei cenere, e mi appari nei sogni per dirmi che è il caso di berci su per dimenticare.
Ti chiedo se stai bene.
Tu rispondi: mai stato meglio.
Ma hai il volto scavato e sei pallido come quando ti vidi l’ultima volta che era l’ultima volta per sempre.
Abbiamo bevuto qualcosa di forte, tu stavi appoggiato al bancone del bar con lo sguardo malinconico di chi sta perdendo se stesso io davo la schiena al barista fissando la tua mano che svaniva alle dita lasciandomi incredulo di fronte al nulla che impugnava un bicchiere di whiskey.
Qualcosa sfugge alla comprensione.
Entrato nel parco un tipo si faceva fotografare assumendo un aspetto da duro.
Gli chiesi a cosa servisse quell’espressione da condottiero.Mi disse che l’uomo ha bisogno di apparire forte.
Ripensai a tutti i volti maschili che vidi contrarsi nel momento in cui erano ritratti e mi chiesi che fine aveva fatto il bambino impaurito e cosa lo aveva impaurito a tal punto da aver paura di mostrarsi pauroso.
Qualcosa sfugge alla comprensione.
Bucai la gomma che ero dalla parte opposta della città.
La gonfiavo, facevo qualche metro e tornava a terra.La rigonfiavo, facevo qualche metro e lei tornava a terra.
Andammo avanti cosi’ fino a che trovai un ragazzo che me la riparò.
Mi disse: Se continui ad andare su una gomma bucata la gomma si rompe.
Io gli dissi: Ma non è già rotta?
La camera d’aria è rotta, la gomma per fortuna ha resistito.
Sfilò la camera d’aria dalla gomma e la sostituì.
Ed era la prima volta che vidi l’anima morire e il corpo sopravvivere.
Qualcosa sfugge alla comprensione.
E sempre sfuggirà.
Bisogna farsene una ragione.

I gatti hanno nove vite

I gatti hanno nove vite.
Gli uomini e le donne molte di più.
Quale vita stai vivendo?
Cosa è rimasto di te bambino o bambina?
E di quello che sognavi?
Quanti amori hanno vissuto un “per sempre” effimero?
E delle tue ribellioni cosa è rimasto?
Sei passato dai calzoni corti alla camicia bianca, dai baci notturni in macchina alla serate davanti alla televisione, hai ucciso il tuo animo rivoluzionario per riscuotere una taglia mensile che ti permette una sopravvivenza borghese.
Sei stata bambina che giocava con le bambole, adolescente che giocava con l’amore e donna adulta perfetta nel ruolo di moglie e madre.
Sei stato un ragazzino che si rotolava nel fango e ti sei trasformato in un uomo profumato e stirato.
Il tempo si diverte ad uccidere e a far rinascere in contraddizione con ciò che si era nell’illusione di una coerenza anagrafica che altro non è che una resa condizionata al desiderio popolare di vederci ruote dentate perfettamente integrate al meccanismo di una società rassicurante nella sua capacità di addomesticare gli spiriti ribelli.
Poi esistono quelli che non hanno questo dono.
Quelli che di vite ne hanno solo una.
Costretti a tenersela stretta nella consapevolezza che non avranno altre alternative.
Ci riconosci perché ci piace ancora giocare, a volte ci sdraiamo sul tappeto e guardiamo il soffitto come se fosse un cielo, e pensiamo che valga ancora la pena credere che qualcosa si possa cambiare, siamo eternamente fermi nella convinzione che nulla sia definitivo e facciamo fatica a promettere che sarà “per sempre” perchè dubitiamo del futuro.
Accendiamo le luci di natale i primi di Novembre per farle durare di più e a volte comperiamo bustine di figurine per il gusto di risentirne l’odore.
E amiamo come amavamo da ragazzini osservandola ancora come l’esploratore osserva una terra promessa senza lo sguardo malizioso di chi ne pregusta l’uso ma con gli occhi ammirati di chi ne desidera lo sfioro impercettibile e casuale che fa venire i brividi.
A voi il regalo di innumerevoli vite a noi il dono di una istintiva volontà di non dare al tempo la capacità di plasmarci.
Voi siete partiti soldati e ambite a diventare generali, noi da sempre siamo piccoli capitani Achab che non smetteranno mai di solcare gli oceani a caccia di Moby Dick.

Se ti vedo con quelle scarpe mi incazzo

Il vecchio vide passare un uomo che indossava delle scarpe Hogan e disse a suo nipote: “Se ti vedo con quello scarpe mi incazzo.”
Il nipote disse al vecchio che non era giusto giudicare, ed era ancora più ingiusto giudicare un uomo per le scarpe che indossava,
Il vecchio fissò il nipote negli occhi e le disse: “Io ho combattuto per avere la libertà di giudicare, ho studiato per avere l’arroganza di giudicare, ho letto mille libri per crearmi opinioni e poterle esprimere. Non sono un giudice, non emetto sentenze, il mio giudizio non produce pene o condanne ma è il mio strumento per decidere chi è affine ai miei ideali e alla mia vita. Un uomo non si giudica dalle scarpe se le scarpe che indossa sono le uniche che può permettersi ma se potendo scegliere decide di comperare un paio di Hogan a me basta per escluderlo dalla mia tribù. Imparerai vivendo che in questo mondo di opportunità infinite l’unico modo che hai per capire una persona è osservare le scelte che fa, anche quelle piccole scelte che ti sembrano insignificanti. E chi compra quelle scarpe con quella enorme e pacchiana H stampata sul lato per me è un coglione.”
Il nipote disse al nonno: E quali scarpe dovrei indossare io?
Quelle che ti piacciono, disse il nonno, basta che sia tu a indossare loro e non loro a indossare te.
Poi il nonno chiese al nipote di dire una cosa che non gli piaceva di lui.
Il nipote ci pensò un attimo e poi disse: “Non mi piace che fumi.”
Il nonno lo guardò, sorrise e disse: “Hai ragione, sono un coglione a fumare.”
“Non ti arrabbi se te l’ho detto?” Chiese il nipote.
“Mi sarei arrabbiato mille volte di più se non me l’avessi detto. E’ che provo a smettere da 40 anni e non ci riesco, ma sai che ti dico, ci proverò ancora. E grazie.”
Si incamminarono verso casa, il vecchio si sentiva più giovane, erano anni che nessuno lo rimproverava e la cosa gli procurò un infantile piacere, il nipote si sentiva più grande, era riuscito a dire al nonno quello che non aveva mai avuto il coraggio di dirgli.
Andavano mano nella mano sentendosi più vicini nella consapevolezza che l’età non creava più distanza tra di loro e da quel giorno avrebbero potuto giudicarsi senza la paura di sentirsi colpevoli delle loro opinioni.
P.S. Ringrazio Monica per avermi chiarito che le Hogan grazie ai tacchi interni ed esterni rialzano di 10 cm. (In verticale e non in orizzontale) Ecco spiegato il mistero sul perchè alcuni uomini le comprano.