D’accordo

D’accordo sono un uomo e non ci capisco un cazzo.
So perfettamente di essere fatto di carne e sangue e che tutte le emozioni forse sono soltanto reazioni chimiche.
So che invecchio, cago, piscio, sudo e quando faccio l’amore mi viene una faccia da idiota che se potessi guardarmi forse smetterei di farlo.
So che devo mangiare e bere per sopravvivere, conosco perfettamente i miei limiti fisici e se vedo una salita già penso alla fatica.
So che ogni volta che scrivo vorrei scrivere qualcosa di fantastico ma so che non riuscirò mai a scrivere quella storia fantastica che ho in mente.
Conosco la mia condizione di fragilità estrema che mi porta a dipendere dalla forza di gravità, da un corretto funzionamento di milioni di cellule e dalla incredibile combinazione di elementi che insieme hanno permesso l’esistenza della vita su questa terra.
Per tutte queste cose e altre ancora vivo la mia condizione di uomo immerso nei dubbi.
E nel dubbio galleggiano i sentimenti, come bottiglie vuote contenenti messaggi di emozioni.
Dentro una bottiglia ho trovato un messaggio.
La semplice descrizione della pietà:
Sentimento di affettuoso dolore, di commossa e intensa partecipazione e di solidarietà che si prova nei confronti di chi soffre.
Combinare questo sentimento con la carne e il sangue di cui sono fatto mi è difficile.
Il mistero della sua provenienza mi è irrisolvibile.
Ma la speranza che la sua sofferenza finisca mi stringe il cuore in una morsa che assomiglia alla trappola in cui è caduta la volpe nel tentativo di fuggire ai cani.
Si. Sono un uomo e non ci capisco un cazzo.
Ma so che non mi piace fare del male.
Io odio fare del male più di quanto odio chi mi fa del male.
Avrei bisogno di un deserto dove poter correre senza chiedermi in quale direzione stia andando.

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