Sfioro la polvere

Sfioro la polvere quando il tempo è secco.
Sfioro il fango se piove.
Ma ci sono abituato.
Nei bar mi siedo sotto il tavolo e lascio che il tempo passi guardando le scarpe degli uomini.
Visto dal basso il mondo sembra piu’ grande e minaccioso.
Per questo il coraggio di un uomo supera raramente il coraggio di un cane.
Ieri stavamo passeggiando in un enorme libreria e la prima cosa che mi viene in mente di fronte a un libro è di rosicchiarne gli angoli.
Lui invece gira nervoso tra gli scaffali a caccia di qualcosa che non trova mai.
So cosa cerca.
Cerca qualcosa di vero.
Una frase, un discorso, una storia che gli risolva uno dei tanti misteri della vita.
La differenza tra me e lui è nelle domande che ci poniamo.
Io mi chiedo quando si mangia.
Lui si chiede che significato ha vivere.
Io mi chiedo quando andiamo a fare un giro.
Lui si chiede dove finisce il tempo passato.
Io mi chiedo che odore avrà quella femmina.
Lui si chiede che odore avrà quella femmina.
Vi racconto un suo segreto.
Quando è solo sta bene.
Ma quando rimane solo non sta bene.
La sottile differenza fra una condizione che si sceglie ed una che si subisce.
Per questo a volte non vuole vedere nessuno.
Sa che la compagnia crea dipendenza e poi tornare a viaggiare in solitaria diventa difficile.
Io faccio la mia parte, la mattina giochiamo, la sera mi parla, e durante il giorno lo seguo, ma assieme condividiamo la solitudine e non la vinciamo.
Oggi si è messo la maglietta al contrario.
Al bar la gente lo guardava strano, io volevo avvertirlo che aveva l’etichetta visibile sotto il mento ma non sapevo come fare.
Alcuni gli ridevano dietro.
La mattina nel buio dell’alba e non fa mai caso al verso delle cose, che siano magliette calze e persino scarpe.
Cerca di tenersi aggrappato ad una gestione della vita ordinata ma più il tempo passa piu’ diventa selvatico.
Non sono io che tendo ad assomigliare a lui, ma lui che tende ad assomigliare a me.
Due cani che tendono al randagismo per evitare il contagio della civiltà.
A Los Angeles piove e siamo felici.
Sono quattro gocce ma dopo un mese di caldo e sole ci voleva.
Seduto fuori ha chiuso l’ombrellone e si è lasciato bagnare mentre io sotto la sedia cercavo di ripararmi.
Ho sentito i suoi ricordi andare a quel giorno quando aveva diciassette anni e dormiva sotto una pianta in un giardino vicino al mare e comincio’ a piovere.
E l’acqua lo sveglio’.
Cercò riparo in una macchina dimenticata aperta, ma non riusciva a dormire per la paura che lo scoprissero e rimase tutta la notte ad ascoltare le gocce battere sul vetro.
Solo senza la compagnia di nessuna tecnologia fu costretto a pensare cosi’ tanto che gli sembro’ di non riuscire a pensare più ritrovandosi alla deriva in un oceano in tempesta con l’unico privilegio di aver scoperto che pregare dio è da stronzi.
Dio se ne fotte.
E se decidi di amarlo lo ami proprio perché è cosi’ stronzo da risultare irresistibile.
Riguardo a me io non so nemmeno cosa sia dio.
Pensandoci bene una volta in un sogno ho immaginato di essere il cane più grande e feroce del mondo e sotto di me c’erano milioni di cani che imploravano il mio perdono.
E per un attimo pensai che dio ero io.