La solitudine è una droga, la si inietta nello spirito attraverso serate passate sdraiati sul divano col cane addormentato sul petto, facendo zapping a caccia di una qualche notizia interessante, prende il sopravvento lentamente, si intuisce che si sta impadronendo di te perchè ti fai domande e ti dai risposte.
E non ti senti piu’ solo, nonostante la solitudine, cominci ad apprezzare la compagnia che fai a te stesso, poi socchiudi gli occhi e ripensi a quel negozio di giocattoli, e al suo padrone dalla faccia burbera che cercava i soldatini nell’ultimo scaffale in alto.
Tutto come fosse ora, solo che hai la consapevolezza fastidiosa che non ci sia piu’, una presenza assenza, un presente passato.
E sua moglie, quella morta una mattina di ottobre, e io che a cinque anni non capivo perchè il giocattolaio non aveva piu’ quella signora mora dietro la cassa.
Le scale che portavano al piano di sopra, scale ripide che portavano verso un mondo di pupazzi.
Con chi potrei parlare di quel negozio?
Con una donna?
Ma stiamo scherzando!
Si chiederebbe se sono pazzo, o semplicemente retorico, se non addirittura morbosamente malinconico.
Mi direbbe: “Cresci fanciullo. Il tempo passa.”
E invece no, brutta strega, il tempo non passa, ristagna nella memoria, come un fiume giunto in un lago senza sbocchi, il mio tempo rimane li, quantità industriale di acqua passata, non di certo limpido, non si vede il fondo, solo una distesa melmosa di emozioni.
Sabbie mobili in cui mi calo fino all’imboccatura del collo e rimango li’ indeciso se cercare di nuotare o invece lasciarmi inghiottire.
Lei si guarda allo specchio, si mette tre chili di rossetto poi mi torna accanto.
Io la guardo con tutto quel luccichio viscido che quasi le tocca la punta del naso.
Le dico che la preferivo senza trucco.
Senza trucco.
Cosa è rimasto senza trucco?
Nulla.
E’ un trucco la rivoluzione, un trucco la comunicazione, un trucco il nostro aspetto controllato nelle vetrine scure dei negozi, un trucco il nostro curriculum vitae.
Un trucco ogni marchio, ogni slogan, ogni certezza e ogni dubbio.
La solitudine è un tonico al propoli, naturale e perfetto per rimuovere tutto quello schifo che serve a rendere il nostro aspetto migliore.
Ci vorrebbe una donna che nonostante la sua compagnia lasci inalterati tutti i vantaggi dell’esser solo.