Non vi dirò di essere bravi, non vi esorto a credere alla cazzata che dire “grazie” aiuta ad essere persone migliori, non vi consiglierò di abbracciare gli alberi, non vi spieghero’ come cambiare vita e tantomeno staro’ a perdere tempo nel tracciare linee sulla mappa che porta alla felicità.
Io non ci riesco a vendervi bottigliette miracolose che curano tutti i malanni esistenziali.
Non ci tengo a vedervi con un sorriso idiota stampato in bocca, mi sta sul cazzo chi ha fatto della sua vita la rappresentazione vivente di un antidolorifico.
Basta avere quel minimo di empatia e intelligenza per capire che non si può seppellire lo yin e girare tutti felici con uno yang nel taschino.
Solo i coglioni ci riescono, i coglioni e gli ignavi facendo un uso smodato di cinismo, ignoranza e ottimismo.
Vi direi di essere cattivi quando è necessario, del resto perché amare tanto i lupi se poi dei lupi non si ammira anche la crudeltà.
Vi direi di commuovervi di fronte a un ingiustizia e anche di incazzarvi perché incazzarsi a volte è l’unico diritto rimasto.
Vi direi che si puo’ viaggiare evitando di avere lo sguardo saccente del viaggiatore arrogante che non vede l’ora di salire sul piedistallo dell’oratore.
Vi direi di imparare a tirare pugni per spaccare la faccia a chi scrive articoli per insegnarti i cinque segreti per essere felice senza sapere un cazzo della tua vita, dei tuoi problemi e delle tue battaglie.