Faccio parte di quel genere di persone che la sera guardandosi allo specchio si saluta e si chiede come sia andata la giornata.
E rispondendomi cerco di farmi forza facendo finta che il mal di schiena passerà, che domani avrò’ la forza di aggiustare alcune cose che non vanno e giuro al bambino che sta seduto sulla spalla che un giorno troverò un senso a questa storia e risolverò i suoi sensi di colpa.
Poi dopo essermi lavato i denti do un occhiata alla cucina che fa schifo, ci sono i piatti sporchi nel lavandino, la buccia dell’avocado sparsa accanto al piano cottura e le scatolette di cibo per cani abbandonate una sull’altra.
Domani migliorerò qualcosa di me.
Cercherò di spendere meno, magari fare piu’ ginnastica, coccolare di piu’ i miei cani e non incazzarmi più per questioni che sono al di fuori del mio controllo e certamente comincerò ad essere piu’ ordinato.
Lo penso ogni sera.
In un tentativo di migliorarmi che si scontra con la mia pigrizia e con la mia natura incapace di adeguarsi a regole fondamentali di convivenza con i miei simili.
Qualcuno di voi che è come me sa di cosa parlo.
Conosce quella voglia di essere migliori, sa come ci si sente a fissarsi negli occhi chiedendosi perchè non sei capace di fare una vita normale.
Normale.
La normalità mi assilla da sempre.
Non ero normale da piccolo.
Non lo sono diventato crescendo e quando morirò è quasi certo che le persone mi ricorderanno come quello “strano”.
Pero’ io ci provo lo stesso a dirvelo.
Io non sono sono strano.
Io sono solo confuso.
Cerco solo di capire come fare a far convivere quel desiderio di libertà e quella necessità di sopravvivenza.
Cerco solo di capire perchè la mediocrità venga premiata e sia costretto a confrontarmi con persone di successo che sono degli imbecilli integrali.
Vorrei una spiegazione all’ipocrisia, un libretto di istruzioni per la stronzaggine, e una via di fuga dall’umanità e dai suoi maestri spirituali.
Perchè io non ci credo.
Io non credo ai migliori che vincono.
Io credo ai migliori che non partecipano.
E la sera si ritrovano a guardarsi allo specchio mentre si lavano i denti chiedendosi se quelle rughe siano solo il segno del tempo che è passato o se sono l’alveo di mille fiumi inariditi dai sogni infranti.Faccio parte