Vorrei vivere in un luogo dove d’inverno cade la neve perché amo la neve e vado in estasi per il silenzio ovattato di una nevicata.
Poi vorrei avere una casa che odora di legno e un tappeto su cui sdraiarmi ad ascoltare musica.
Vorrei che nessun rumore coprisse il suono del vento e della pioggia.
Vorrei incontrare il bambino che sono stato e guardarlo da lontano, vorrei scoprirne l’andatura e lo sguardo, vorrei risentirne la voce e rivedere quel gol segnato all’ultimo minuto che lo fece immensamente felice.
Vorrei riprovare a tuffarmi dallo scoglio piu’ alto, e sentire l’impatto con l’acqua e poi bolle, tantissime bolle, e poi giù fino a toccare il fondo, rannicchiarmi e spingermi verso l’alto e risorgere all’aria.
Vorrei rimettermi a uovo e ripercorrere quella discesa sugli sci, sempre più veloce, poi arrivato alla fine della discesa godere della frenata e risalire per farlo di nuovo.
Vorrei non aver mai visto i film più belli che ho visto, non aver ascoltato le canzoni più belle che abbia mai ascoltato, non aver letto i libri più belli che abbia mai letto per rivederli, riascoltarli e rileggerli.
Vorrei che non ci si abituasse alle persone che ami e che la meraviglia non finisse mai, vorrei che non cambiassero il senso delle vie, che non avessero mai chiuso i miei negozi preferiti, vorrei che non cambiassero i sapori dei cibi e vorrei che i cani vivessero tanto a lungo quanto i loro padroni.
Vorrei che fossero silenziati i clacson, che la gente capisse che incazzarsi alla guida è una cosa da coglioni, vorrei che nessuno tocchi i bambini, vorrei che nessun uomo confonda l’amore con il dominio.
Vorrei che non fossero mai morti Lucio Dalla, Fabrizio De Andre’, Lucio Battisti e tutti quegli artisti che avevano ancora emozioni da dare.
Vorrei poter incontrare chi se ne è andato per sempre, solo un attimo, giusto il tempo di darsi un appuntamento.
Vorrei che chi decide di fare una guerra se la faccia da solo, si metta d’accordo col nemico e si diano un sacco di botte senza rompere i coglioni a chi preferisce starsene in pace.
Vorrei che si smettesse di nominare il nome di dio invano, mi riferisco a preti, cardinali, papi, pastori, rabbini e imam.
Vorrei che i grandi non diventassero tutti cinici, disillusi, avidi ma che si ricordassero di essere stati piccoli, ma cosi’ piccoli, che qualcuno deve averli per forza aiutati a crescere e che da soli non ce l’avrebbero mai fatta.
Vorrei che Babbo Natale esistesse davvero, e che esistesse la sua slitta e le sue renne, vorrei che nessuno neghi l’esistenza dei miracoli, perché la fantasia è già un miracolo.
E’ la possibilità di costruire mondi alternativi con l’immaginazione, unico indizio dell’esistenza di un anima proveniente da altrove e ospitata all’interno della nostra vita, viaggiatrice del tempo e dello spazio, anima in cerca di anime, raccoglitrice di ricordi che porterà con se come prova eterna della nostra esistenza.