Ti ricordi

Ti ricordi quei giorni quando la salita ci modellava le gambe ed eravamo bambini con polpacci d’acciaio.
Spuntava il mare tra la galleria e il pennone della bandiera, sembrava cosi’ lontano ed era cosi’ vicino che arrivarci era una via di mezzo tra un miracolo e uno scherzo.
Le regole della casa erano cosi’ certe che era facile pensare che fossero le regole del mondo, e se erano le regole del mondo erano piu’ facili da sopportare.
Eravamo bambini con l’istinto che permetteva di conoscere in anticipo quello che era permesso e quello che non era permesso.
Incredibile vedere come il Duemila ci ha portato una generazione di figli che fanno da genitori ai loro padri e alle loro madri.
E come genitori senza pietà i figli inchiodano i padri alla loro incapacità di essere autorevoli.
Non scambierei mai le botte di mio padre con la melliflua amicizia che unisce i genitori moderni ai loro bambini viziati.
Erano giorni in cui per le scale non esistevano ascensori e per le salite non esistevano seggiovie.
Era tutta una questione di gambe.
Per fuggire e per tornare.
L’uomo e la donna si insegnano da bambini.
Preparatevi a un futuro senza uomini e senza donne.

Battitore di tasti

se lasci andare le dita sulla tastiera senza pensarci scopri che gli spiriti non amano usare gli apostrofi e trovano superflua la punteggiatura e se hai voglia di toglierti le scarpe si innervosiscono perchè stai solo togliendo tempo al loro breve tempo di ispirazione e naturalmente le stringhe fanno fatica a sciogliersi e vorresti strapparti dai piedi le scarpe a forza ma sai che devi stare calmo e dopo aver cercato l’estremità della stringa finalmente liberi il piede dalla prigione e cosi’ posso tornare a far scorrere le dita senza sapere nemmeno cosa stiano andando a cercare
se evito di pensare vedo tutti i portoni delle case in cui ho vissuto che si aprono con una chiave sola e quella chiave mi è scivolata da una tasca mentre correvo a capofitto giu per una discesa che portava verso la stazione e gli anni scorrono all’indietro come le pagine di un quaderno sfogliate per ritrovare quel numero di telefono che di sicuro dovevi aver segnato da qualche parte e da qualche parte non sai dove sia, lei era bionda e veniva dalla svezia, rivista in una foto molti anni dopo non la vedi piu’ cosi’ bella e ti chiedi come sia possibile che ti abbia fatto perdere il sonno, se nevica esco e non me ne frega nulla che sia notte, anzi meglio, poi col pollice nascondo la luce del lampione e vedo solo mille fiocchi cadere, anzi precipitare, anzi atterrare, anzi coprire questo sudicio pavimento di asfalto per la gioia dei bambini che domani mattina potranno credere a qualcosa di magico senza attendere le spiegazioni monotone dei meteorologi forse la cosa che piu’ manca alle nostre anime è l’istinto del corpo, forse per questo l’anima ha paura di uscire dalla tana, sa che non sopravviverebbe molto in una foresta dove lo scatto conta piu’ della meditazione e quando guardo gli altri scopro che sono maledattemente io e loro sono maledettamente loro, e ognuno di noi è maledettamente lui, imprigionati al nostro essere come la tartaruga al suo guscio, c’è poco da fare è ridicolo fare esercizi di comprensione, per quanto tu possa camminare con le scarpe di un altro i piedi saranno sempre i tuoi e allora chiedendo allo spirito che ama volare sui tastini che senso ha tutto questo non posso fare altro che vedere un dito alla volta sorvolare l’oceano di lettere per poi vedere che in fondo è scritto solo un lungo aforisma che come tutti gli aforismi vuol dire tutto e non vuol dire un cazzo, dice cosi:
tutto cio’ che so l’ho imparato vivendo, e ora non faccio altro che ricordare, quindi il senso è nel ricordo, per questo fai attenzione a cio’ che fai perchè ogni cosa che fai si trasforma in ricordo, il ricordo è grazia e condanna, è sollievo e dolore, il ricordo è l’eterno, il ricordo è la pianta che raccoglierai dopo aver seminato, il ricordo ti assolverà e ti condannerà, siamo ricordi che vagano in se stessi come viaggiatori nel tempo a caccia dei piccoli particolari che ci sono sfuggiti, l’amore che cerchi lo troverai nell’amore che dai
e buonanotte a chi sta andando a dormire, buongiorno a chi si è appena svegliato
approfitta del tempo per arredare al meglio la stanza in cui vivrai per sempre
Guido Prussia, battitore di tasti