Stimare un figlio

Stimare un figlio insegna al figlio a farsi rispettare.
Io non sono padre, ma se lo fossi farei capire a mio figlio che la sua fatica ha un valore, e che non bisogna mai svendersi.
Nelle materie che studiavo a scuola ne mancava una.
L’autostima.
Io la metterei obbligatoria.
Insegnare ai bambini a stimarsi, a volersi bene, ad abbracciarsi, cercare le loro potenzialità ed esaltarle, insomma insegnare che nella vita non ci si vende ma si concede al giusto prezzo l’utilizzo del proprio talento.
L’errore piu’ grosso è considerare chi vi sfrutta un benefattore.
Piu’ talento avete piu’ cercheranno di fottervi, perchè se avete del talento probabilmente lo avete sviluppato nel silenzio e nella solitudine di un infanzia difficile.
Loro lo sanno.
Vi daranno quella carezza che avete agognato da bambini e poi vi diranno:
Prendere o lasciare.
Voi ancora sconvolti dalla carezza inaspettata sarete tentati dal prendere.
E invece, non prendete.
Chiunque vi mette di fronte ad una scelta cercando di sfruttare i vostri bisogni e le vostre debolezze merita solo il vostro rifiuto.
Ricordatevi che sono i rifiuti a rendere prezioso quel momento in cui vi sentirete finalmente felici di dire: “accetto”.

Non mi chiedere il perché

Non mi chiedere il perché.
Risponderei in maniera stupida.
C’è qualcosa di bello nell’inspiegabile.
Tu non hai saputo dirmi come mai non ami il gelato al cioccolato.
Io non saprei dire perchè mi piace il gusto di fragola.
Non so nemmeno perché amo i lupi pur sapendo che hanno una pessima reputazione.
Credo sia per il fatto che preferisco chi mostra i denti per avvertirti rispetto a chi sorride per fotterti.
Lo vedi.
Ti ho risposto senza volerlo.
Ed è la risposta migliore che potessi darti.