Una notte in North Dakota parcheggiai il van nel solito megaparcheggio di Walmart.
Ero sdraiato sul sacco a pelo a leggere un manuale di sopravvivenza quando sento la porta aprirsi.
Entra un indiano con la faccia piena di sangue e graffi che sembravano causati da qualche belva feroce.
Mi alzo di scatto, lo prendo e lo porto fuori dal van poi lo appoggio delicatamente contro la carrozzeria e gli chiedo che cosa cazzo voleva e perché era entrato.
Col dito mi indica un camper che sembra un rottame parcheggiato a una decina di metri dal mio.
Dopo avermi fatto capire che eravamo vicini di casa mi chiede dei soldi.
Non ho soldi. Gli dico.
Ma prima che se ne vada voglio che mi tolga una curiosità.
“Quale animale ti ha conciato la faccia in quel modo?”
Lui mi indica una sedia di plastica sulla quale sta seduta una donna.
“Lei, mia moglie, lei graffia me, lei cattiva. Lei, se io non porto soldi, lei molto cattiva con me.”
Oh cazzo.
Il tipo comincia a farmi pena, non tanto perchè non ha un dollaro, ma per il fatto che anche vista da lontano sua moglie ha veramente l’aspetto di una creatura mostruosa con sembianze da donna e unghie da rapace.
Gli dico di aspettarmi.
Entro nel van, prendo dal mio sacchetto porta soldi un biglietto da 5 dollari.
Esco e glielo metto in mano.
“La prossima volta bussa prima di entrare.”
Lui dice “ok” una dozzina di volte e poi abbassa la testa come per ringraziarmi.
Lo vedo allontanarsi e raggiungere la moglie alla quale consegna i miei cinque dollari.
L’indiano mi indica da lontano, la donna mi guarda e accenna un sorriso.
Alzo la mano in segno di saluto e torno dentro, mi sdraio accarezzo il cane e ho un senso di appagamento nel sapere che per cinque dollari ho regalato una tranquilla serata in famiglia a un povero indiano che convive pericolosamente con la terribile donna artiglio.
Donna che usa le unghie per disegnare il suo disappunto sul viso del guerriero che torna a casa a mani vuote.