La memoria del padre.
Il contadino taglia un albero abbattuto.
Mi guarda e mi dice: “Non avresti dovuto farlo. Tuo padre amava questi alberi, facevano ombra alla casa e la nascondevano agli sguardi di chi viene dal paese.”
“Ma quegli alberi sarebbero potuti cadere sulla casa.” Rispondo.
Con aria tra lo schifato e il disprezzo mi risponde continuando a tagliare, senza alzare lo sguardo.
“Cazzate. Questi alberi stavano benissimo e non avevano nessuna intenzione di cadere. Tu vieni dalla città che ne sai degli alberi. Per fortuna che tuo padre non ha visto la cazzata che hai fatto.”
Lo saluto e mi allontano.
No, non sono stato io far tagliare gli alberi.
Ma non avevo voglia di spiegare che non è a me che mi crea problemi la memoria del padre.
Io quella questione l’ho aggiustata anni fa, c’è qualcun altro che pensa di combattere quella memoria sentendosi superiore al suo carnefice nell’assurdo tentativo di cancellare il male e la prepotenza essendo ancora più crudele e prepotente.
Credo che pianterò nuova alberi, perchè a mio padre piacevano e la memoria del padre non va mai cancellata.
Chi lo fa cancella se stesso.