Stanotte ho dormito benissimo

Gli umani si portano dietro le loro storie mano nella mano e a loro chiedono che strada prendere.
Per questo capita che una donna mi obblighi ad uscire dal bar perchè ha paura di quelli come me.
Nonostante io la guardi con i miei occhi che tutto hanno meno che cattiveria, nonostante io sia alto come un barattolo e scodinzoli a chiunque mi si avvicini.
Io esco perchè so che lui non ama discutere, ma mentre esco mi guardo indietro e guardo lei che tutta soddisfatta pensa di aver vinto la sua battaglia.
Gli umani giudicano per genere, si affidano all’istinto senza mai averlo affinato in nessuna foresta, preferiscono evitare ogni rischio lasciandosi proteggere da un razzismo generalizzato verso opinioni, colori, indumenti e suoni.
Prima di accarezzarmi sento che chiedono se sono cattivo.
Ma non mi vedono?
Perchè invece di usare i pregiudizi non imparano ad usare lo sguardo?
Stanotte ho dormito benissimo.
Forse perchè ieri abbiamo camminato tantissimo.
Lui ha fatto foto ad una ragazza in riva al mare e io giocavo col cane di lei.
Un vecchio cane cieco.
Era la prima volta che avevo a che fare con un cane che non vede.
A parte il muso che a volte andava a sbattere contro mucchi di sabbia o panchine devo ammettere che sembrava che ci vedesse.
Mi ha spiegato che ci si abitua.
Non ad essere cieco.
A quello non ci si abitua mai.
Ci si abitua agli ostacoli.
Il fiuto impara l’odore del vuoto e l’odore del pieno.
E poi si è creato una cartina virtuale nel suo cervello, sa perfettamente quanti sono gli scalini che portano alla cucina, riconosce la presenza di porte dalla mancanza di corrente, e ha insegnato alla zampa sinistra il mestiere di esploratrice che precede sempre di qualche centimetro il corpo a caccia di ostacoli.
E’ un vecchio cane cieco saggio e mi ha raccontato una storia che merita di essere conosciuta.
Quando fu portato in questa casa ci vivevano un uomo che passava il giorno nella sua stanza a scrivere storie e una donna che la mattina usciva per andare a lavorare.
La sera quando lei tornava lui le chiedeva di leggere quello che aveva scritto per avere una sua opinione e lei non ne aveva mai voglia.
Preferiva starsene davanti alla televisione.
Ogni giorno era la stessa storia.
Lui scriveva e lei non aveva voglia o tempo per leggere.
Un giorno, quando lei non c’era, arrivo’ in casa un altra ragazza e la cosa che piu’ lo sorprese è che passarono tutto il giorno a discutere sulla storia che lui stava scrivendo.
Non fecero niente altro.
Che discutere della storia e dei personaggi.
Accadde ancora fino a quando la ragazza che non aveva tempo per leggere scomparve e la ragazza che leggeva prese il suo posto.
Anche lei lavorava, anche lei stava fuori tutto il giorno, ma la sera mentre mangiavano lui raccontava come andava avanti la sua storia e lei a volte rideva, a volte non approvava, a volte piangeva commossa.
Questa storia nasconde un segreto.
L’ingrediente segreto dell’amore.
Il coinvolgimento.
La partecipazione emotiva nella vita altrui.
Il considerare la persona che ami un mondo da esplorare, il coraggio di sentirsi persi nell’isola altrui, l’intelligenza di chiedersi sempre chi è l’altro e non dare mai nulla per scontato.
Non puoi stare con uno scrittore senza essere interessato a cio’ che scrive.
Non puoi amare un musicista ed evitare la sua musica.
Non puoi baciare un avvocato senza chiederti di quale causa stia discutendo.
Non puoi vivere con un operaio senza sapere quanta fatica costa andare ogni giorno in fabbrica.
Non puoi dividere la tua vita con un dentista senza conoscere la difficoltà del guardare ogni giorno nelle bocche degli altri.
Noi cani siamo diversi.
Fosse per noi staremmo ore a sentire le vite degli altri cani.
Le loro case, le loro cucce, i loro giardini, i bambini con cui vivono sono argomenti che non finiscono mai di interessare.
E’ solo la stanchezza a fermarci dal rincorrerci.
Ma dalla stanchezza si guarisce riposando.
Tutto questo mi ha ricordato che anche lui scrive.
E di tutte le donne che ha avuto non ne ricorda una che fosse interessata a cio’ che scriveva.
Per questo mi ha detto.
Jackson scrivi tu.
Ed è per questo che ormai scrivo io.
Preferisce che a leggere siano quegli umani che sanno capire il linguaggio di una bestia piuttosto che quelle bestie che conoscono solo l’alfabeto degli umani.

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