Sotto il tendone c’era rimasto solo l’odore della merda.
In quel vuoto e in quel silenzio io mi aggiravo seguendo le orme del clown.
Arrivato al centro della pista schioccai la frusta sulla segatura creando un vortice di polvere che nel taglio di luce appariva come una tempesta in un micro universo abbagliante.
La mia bambina scalciava una palla fatta di stracci e si avvicinò fino a tirarmi la tasca dei miei pantaloni:
“Papà andiamo.”
La presi in braccio e le indicai la corda della ballerina nel cielo.
“Conosci qualcosa di più bello del volare?” Le chiesi.
Si arrampicò sulle mie braccia come una piccola scimmietta, si mise a cavalcioni sul mio collo, mi chiese una mano per sentirsi più sicura.
“Sono più alta di te.” mi disse alzando l’altra mano verso il tendone a strisce.
Arrivò un ragazzo, disse che il circo era chiuso e che dovevamo uscire.
Cominciò a raccogliere la merda del bisonte con una scopa e un secchio.
“Papà hai visto quanto è grande la cacca del bisonte?”
“Più è grande l’animale più grande è la sua cacca.”
Si mise a ridere.
Andammo verso l’uscita discutendo della cacca dei giganti.
Arrivati a casa mentre aspettavo che si addormentasse mi guardò e disse:
“Però è una cosa giusta.”
“Cosa?” Le chiesi.
“Più grande sei più grande è la cacca che devi fare.”
E si addormentò con l’angolo del lenzuolo stretto tra le sue minuscole manine.