Troppo complicata tu o troppo semplice io?

Troppo complicata tu o troppo semplice io?
In ogni caso non funziona.
Non ci vuole un cazzo a capire come stanno le cose.
Non hai privacy?
Sei molto impegnata?
Il tuo lavoro non ti da un attimo libero?
Sei libera la prossima settimana…forse….
La risposta è sempre e solo una.
Fottiti.
Che poi non è nemmeno male come augurio.
Significa “fottiti da sola”, un invito alla masturbazione che nasconde un augurio perchè tu possa trovare una faccia di merda con cui ritrovare le tua privacy e il tuo tempo.
Il rapporto fra un uomo e una donna è la cosa più semplice del mondo.
Se mi piaci per te rimando tutto.
Se ti piaccio per me rimandi tutto.
Il resto sono cazzate galattiche che servono a ridurti al ruolo di scopata occasionale o tappabuchi.
Vuoi prendere un caffè con me?
Appena ho un ora libera ti avverto e ci vediamo.
Sai che ti dico.
Appena hai un ora libera usala per andare a fare in culo.
Finito il tempo in cui come un coglione correvo dietro la leprotta che scappava.
Oggi mi concedo solo alla donna tartaruga che per orgoglio non ti aspetta ferma ma fa di tutto per essere raggiunta.
La donna leprotta con me ha chiuso per sempre.
Amo la donna tartaruga.

Gi piacevano i suoi piedi


L’uomo appoggiò gli occhiali sul comodino e si sedette sul bordo del letto guardandosi i piedi appoggiati sul legno.
Gli piacevano i suoi piedi.
Sapevano raccontare la strada come uno sguardo sa raccontare ciò che ha visto.
Aveva la gola secca e un fondo di bottiglia di acqua gasata che non era più gasata.
Erano anni che aveva smesso di porsi le domande che da giovane gli venivano sempre prima di andare a dormire.
Si era arreso alla corrente.
A proposito della corrente, chissà che fine aveva fatto quella formica capitata non si sa come su quella foglia che in balia del ruscello procedeva verso una destinazione ignota.
Era stata una giornata strana.
Lui che percorreva la Highway 5 verso Los Angeles, lei che a migliaia di chilometri di distanza le mostrava al cellulare appoggiato contro il vetro del van come era brava a toccarsi pensando a lui.
La lotta fra la libidine che saliva e l’attenzione dovuta alla strada.
Lei che gli diceva di toccarsi mentre guidava e lui che le diceva di smettere senza sapere più dove guardare.
All’improvviso sulla destra compare un area di sosta, si butta dentro, ferma il van proprio nel momento esatto in cui lei decide di venire e con aria goduta lo guarda togliere le mani dal volante dicendo: “Troppo tardi, quà sono le sei del mattino e domani devo lavorare. Vado a dormire.”
Esce dal van sbattendo la porta e lasciando le chiavi dentro.
C’è solo un modo per rientrare, spaccare il vetro.
Tutto questo avviene a Lebec, a qualche centinaio di metri da Castac Lake, il lago più inutile del mondo, cosi’ salato che nessun pesce riesce a sopravvivere in quell’acqua.
Tira un pugno al vetro.
Mette in moto e via verso sud, verso Los Angeles.
Arriva al tramonto, giusto il tempo di vedere l’ultimo pelo del culo del sole cadere nel mare.
Entrato in casa apre il frigo sperando in qualche resto della settimana prima.
Non c’è un cazzo.
Lei starà dormendo.
Tutti staranno dormendo dall’altra parte del mondo.
La solitudine a volte è solo una questione di fuso orario.
Va in camera, appoggia gli occhiali sul comodino e si siede sul bordo del letto guardandosi i piedi appoggiati sul legno.
Gli piacevano i suoi piedi.

Tolettatura a Beverly Hills


E’ vero che eravamo in viaggio da un mese.
E’ vero che aveva un pelo simile a quello di un rasta giamaicano.
E’ vero che cominciava ad avere l’odore di un randagio.
Ma questo per me non giustificava il fatto che lui volesse a tutti i costi andare a farsi bello in una tolettatura a Beverly Hills.
“Ma hai visto quante belle cagnoline ci sono da queste parti e io sembro venire da Skid Row.”
Gli diedi cento dollari col patto che per un mese avrei risparmiato sui premietti e lo lasciai da Posh Pet Care sulla Robertson.
Andai a prenderlo due ore dopo.
Non era più lui.
Il selvaggio Jackson mi fu riconsegnato in queste condizioni.
Tornammo al nostro van senza dire una parola e senza una abbaiata.
Si scusò per non avermi dato retta, poi mi chiese di andare a fare una camminata a Runyon Canyon.
Appena arrivati si buttò su un mucchio di terra e si rotolò fino a togliersi di dosso quell’aria da fighetto.
Mi guardò tutto soddisfatto e io pensai con orgoglio che mi somigliava, mi somigliava tantissimo.

Nella foto Jackson sul van appena tornato dal salone di bellezza.