L’alba non la caga nessuno.
Sono tutti impegnati a vedere il tramonto.
Ieri mattina alle cinque camminavo per New York mentre faceva luce e in giro c’erano solo barboni, maratoneti insonni, poliziotti, cartacce rotolanti sul cemento e il vuoto.
Mi ricordava un teatro semivuoto che assisteva assonnato alla infinitesima replica della commedia intitolata:
Il ritorno.
Niente a che vedere col successo planetario della commedia che il tramonto porta in scena ogni sera.
Lo spettacolo di un addio che termina con la sala che rimane al buio e uno scroscio di applausi.
Dicono che l’Alba abbia minacciato il suicidio parecchie volte incapace di comprendere come mai gli umani non si degnino nemmeno di fotografarla, solo qualche critico minore ha trovato nella sua rappresentazione un lampo di genio.
E quei pochi critici le hanno salvato la vita insieme a uno psicanalista di New York che le ha prescritto del Prozac e una serie di sedute che hanno convinto l’Alba che senza di lei il Tramonto non sarebbe mai esistito.
Sono le 5 e 52, lo spettacolo è finito.
La luce è arrivata e me ne torno a dormire.
Nessun taxi in giro. Me la faro’ a piedi.