L’anima si forma vivendo.
Paradossale concessione dell’eterno all’effimero.
Il sarto cuce il vestito studiando la tua esistenza nei minimi dettagli.
Per questo la sorte è importante.
La mia sarà un anima viaggiatrice.
Raro caso per un cane.
Nel bar dove andiamo ogni mattina c’è un vecchio signore vestito benissimo che ogni mattina occupa sempre lo stesso posto defilato in un angolo del locale.
Arriva con una pila di giornali, si siede e mentre li sfoglia saluta tutti quelli che entrano.
Oggi il suo posto era occupato e ha fatto una cosa stranissima.
Si è messo a fare ordine nel bar.
Ha rimesso a posto le sedie spostate .
Ha pulito i tavolini.
E poi si è seduto suo malgrado nell’unico tavolino libero che si trova proprio al centro del bar.
Ha delle scarpe bellissime, io mi accuccio e passo il tempo a guardarle.
Osservando il suo sguardo ho notato invece che non era tranquillo.
Era seduto altrove.
Altrove da dove era abituato.
E l’abitudine crea delle zone di benessere, delle certezze.
L’animale vive di abitudini.
Io non faccio trasgressioni se non quelle che mi si impongono.
Non cambio il mio territorio se non per questioni di sopravvivenza e nemmeno le mie abitudini alimentari.
Mi sveglio e mi addormento sempre alla stessa ora.
Non cambio il mio pelo e non vado a caccia di cose nuove, la caccia è una cosa seria, serve a sopravvivere.
Il vecchio signore è come me per questo non appena il tipo che occupava il suo posto se ne va lui sorride e torna ad occupare la sua zona abituale.
Anche lui sta costruendo le sue abitudini.
Alle otto di sera si chiude dentro il van.
Io mi metto dentro la cuccia sotto il letto e lo sento suonare qualcosa.
Poi tira fuori una bacinella e si lava la faccia e i denti.
Si toglie i calzoni e si siede come un indiano, prende dei libri a caso e prova a leggerli ma dopo qualche minuto è già stufo e si mette ad ascoltare la radio.
Un altra mezz’ora e poi si infila nel sacco a pelo e mi chiama.
Io salto sul letto.
Spegne la luce.
E prova a dormire.
Ci mette un sacco ad addormentarsi.
Non so a cosa pensi, ma pensa.
Dicono che ci sia qualcuno capace di governare i propri pensieri.
Lui non saprebbe governare nemmeno un desiderio, figuriamoci i pensieri.
Lo vedo trasformarsi in una foglia trascinata dal vento, volare sui marciapiedi, sorvolare campagne, atterrare su un corpo e poi attendere che lei soffi per tornare a vagare nei ricordi cercando di afferrare l’attimo in cui dalla veglia si passa al sonno.
Quel passaggio segreto attraversato ogni notte e nascosto alla coscienza umana.
Io lo so.
So dove si trova.
Noi animali lo sappiamo.
Per questo ci mettiamo un attimo ad addormentarci.
Sappiamo la strada che porta di là.
Per quanto l’uomo si ritenga saggio non è saggio abbastanza da poter resistere nel confidare un segreto.
A me non resta che osservarlo e dentro di me pensare.
Acqua, acqua, fuochino, fuoco.
E poi vederlo scomparire nel mondo dei sogni.