L’innamoramento è una malattia che non prendo piu’ da parecchi anni e pensare che ho passato una notte sotto la pioggia e ho camminato in maniche corte sulla cima di una montagna e ho fatto persino un bagno in mare il giorno di Natale.
Ma niente, è come se fossi vaccinato.
Come se a furia di annegare avessi imparato a nuotare.
Come se a furia di sbattere avessi imparato a scansare.
Comunque sia non ci si puo’ fare niente.
Innamorarsi non è come togliersi un dente.
Ne toglierei anche uno sano per riprovare cosa si sente
quando la guardi e non capisci piu’ niente.
E invece non accade.
Pero’ mi ricordo cosa vuol dire restare ore ad aspettare di vederti arrivare
ricordo perfettamente quando i miei pensieri erano territori occupati dal tuo esercito di soldatini
ricordo che alzavo bandiera bianca
ricordo perfino il colore della stanza
era di un azzurro cielo che di notte diventava nero
e c’era il tuo corpo che come lo zucchero filato
si scioglieva sotto la lingua un attimo prima che mi avesse sfamato.
Ora che sono sempre in ottima salute un po’ mi manca la febbre che mi faceva stare male
di quel male che confina con il bene
mi manca chiederti di essere la mia medicina
e berti due volte al giorno per far passare il dolore.
Magari il prossimo inverno verrà tanta neve e mi ci tuffo dentro in mutande
poi staro’ in piedi con il petto verso la corrente
voglio vedere se non succede niente
al primo brivido che sento ti chiamo
tu vieni e vediamo se me lo sono preso sto maledetto virus
dell’innamoramento.
Pero’ se mi ammalo non te ne andare
vestiti da dottore e giochiamo a quel gioco
che chiamano amore
senza fare fatica
senza parole da dire
senza chiedersi dove va a finire
senza regali da fare
solo da stare ad aspettare
e vedere quanto ci si mette stavolta
a guarire.