Omologazione

Non fumo piu’. Sigarette intendo. Ed è da quando ho smesso che non scrivo piu’. Ma quando scrivo ne ho bisogno. Ecco un problema del cazzo.
Ieri sera in negozio c’era un pienone di saggi sbandati, pseudo artisti di strada che ti raccontano la filosofia della loro vita, con l’intento di farla diventare la mia filosofia di vita.
Non li ascolto piu’.
In realtà li disprezzo, come si disprezza qualsiasi maestro improvvisato.
Non sono piu’ impressionabile dalle fughe di casa, dagli ideali di libertà, dalla mancanza dei denti canini, dai piedi scalzi, dagli amori finiti, dai genitori perduti, dalle botte prese o da quelle date.
Non sono piu’ impressionabile dalle stronzate notturne di qualche punk’a’bestia del cazzo.
Come potrei esserlo dopo aver scoperto che persino gli stilisti d’alta moda si ispirano a loro per le prossime collezioni.
Mi fanno pena i capelli rasta, i calzoni con il cavallo che spazza per terra, l’impressionante ammontare di braccialetti vari, gli orecchini che ti allargano le orecchie, i cani spulciosi, e quant’altro faccia parte del look di quella tribu’ del cazzo.
Ed è per questo che mi sono fatto un bel piercing al sopraciglio.
L’ho fatto perchè è bello scoprire che ti stanno sui coglioni proprio quelli a cui involontariamente tendi ad assomigliare.
E’ bello scoprirlo perchè significa che l’omologazione a cui vado incontro è un omologazione involontaria.
Mi piace il piercing e me lo faccio, ma porca puttana quanto mi stanno sui coglioni quelli che ce l’hanno.
Controsenso arrapante.