Vorrei vedere te a far finta che vada tutto bene mentre sei aggrappato a una pianta di rosmarino che ti salva dal baratro.
E sai che faccio?
A volte stacco una mano e me l’annuso.
Adoro il profumo del rosmarino.
Vorrei vedere te sperare che un domani accada qualcosa che non è mai accaduto in una moltitudine di ieri.
Non c’è attore migliore di chi ha deciso di recitare un se stesso in ottima forma con il desiderio di tranquillizzare chiunque chieda: “Come va?”.
Potrò dire di aver visto la tristezza vestirsi come per una festa, bambini parlare come adulti e fogli riempirsi da soli di parole, ma nulla di questo mi sorprese più di quanto lo fece ascoltare un marinaio raccontarmi con le lacrime agli occhi che dopo essere sopravvissuto all’ultima tempesta si accorse di non avere più paura di nulla.
“C’è la paura della morte che poco a poco si trasforma nella morte della paura. La paura era un amica che mi avvertiva del pericolo. Era la mia amante nelle sere in cui all’orizzonte si vedevano nubi nere addensarsi minacciose. La paura era la porta che attraversavo per entrare dentro di me ed uscirne più forte.”
Ripenso al marinaio ogni volta che mi chiedo se mai riuscirò a vincere la paura di non farcela.
Nel mentre continuo ad aggrapparmi al rosmarino con la soddisfazione di alternare la presa per godermene il profumo.